Romeno drogato e senza patente uccise Stella di 9 anni: condannato a 5 anni e mezzo. La madre: "Troppo pochi"

Daniel Domnar e Stella Manzi
5 anni e mezzo di reclusione al pirata della strada che uccise la piccola Stella Manzi, 9 anni, nel dicembre del 2013. La condanna per Daniel Domnar è arrivata in seguito...

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5 anni e mezzo di reclusione al pirata della strada che uccise la piccola Stella Manzi, 9 anni, nel dicembre del 2013. La condanna per Daniel Domnar è arrivata in seguito alla confessione spontanea durante l'udienza che si è svolta nella giornata di ieri presso il Tribunale di Latina, che lo vedeva imputato per omicidio stradale.




La tragedia era avvenuta sulla Nettunense, ad Aprilia, il giorno di Santo Stefano. Domnar, all'epoca dei fatti 23enne, era alla guida di un'auto rubata, senza patente, sotto effetto di alcool e cocaina e viaggiava contromano quando ha preso in pieno l'auto su cui viaggiava la famiglia Manzi, la mamma Giannina, le due figlie Stella e Selvaggia ed i due figliastri. Trasferito ai domiciliari, Domnar era fuggito e si era reso latitante per molto tempo finché non è stato rintracciato in Irlanda.




Nella giornata di ieri si sarebbe scusato con la famiglia della piccola Stella giustificando l'accaduto come un errore.



La mamma della piccola vittima, non ha preso bene la condanna a 5 anni e mezzo, che viene tre anni dopo il giorno più brutto della sua vita. «Ho appena avuto la notizia peggiore che potessi avere – scrive su Facebook -. Oggi è stato condannato l'assassino di mia figlia a soli cinque anni e mezzo. Non siamo per niente tutelati, soli e alla mercé di delinquenti. Ditemi voi cosa dovrei dire alla mia bambina quando non vorrà rispettare le regole, non vorrà studiare, vorrà fare il suo comodo. Non abbiamo difese, noi che viviamo solo del sudore della nostra fronte e con lo spauracchio di poter perdere quel poco che si ha. Per ora non voglio più parlare, a posto con la mia coscienza per essermi battuta e non aver permesso, per quanto mi è permesso di infangare la memoria delle mie figlie».
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Il Gazzettino