ROMA «Ma così non si può andare avanti. Voi pensate che il problema è la Tav. Certamente lo è, ma non il solo. E’ tutto bloccato,...
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LA PORTA
La sintesi della serata è devastante. Il ministro dell’Economia si sforza di essere il più notarile possibile, ma è lapidario: «Anche il Reddito sta diventando un pasticcio gigante». I sassolini che il ministro si leva dalle scarpe raccontando la cena, diventano macigni per Conte e rischiano di ostruire il portone di palazzo Chigi. Sassolini che diventano problemi enormi per i due vicepremier ancora fermi sulla linea del rinvio. Un paio di giorni ancora sulla Tav pur sapendo che lo scontro sarà inevitabile. Così come lo sarà sull’autonomia o sulla legittima difesa. A palazzo Chigi non serviva il report della Commissione Ue per far scattare l’allarme rosso sul rischio di un terzo trimestre a crescita negativa e di una manovra correttiva che a palazzo Chigi esclude solo uno degli inquilini del terzo piano. Il problema è però come far ripartire investimenti e cantieri avendo a disposizione un codice degli appalti ancora in mezzo al guado e pochi soldi. Tornare a battere cassa al ministro dell’Economia è esercizio facile per ogni maggioranza e governo, ma rischia di diventare complicato quando il Paese è fermo e le entrate fiscali languono. Ovviamente per il Mef una soluzione è a portata di mano ed scritta nella legge di Bilancio dello scorso dicembre: aumentare l’Iva, seppur su alcuni specifici beni, è ritenuta la soluzione da molti economisti ma indigesta per molti commercianti. Anche se Tria di recente ha negato l’ipotesi, le clausole di salvaguardia - in caso di deficit eccessivo - parlano chiaro. Il più nervoso ieri sera era Matteo Salvini che lascia palazzo Chigi poco prima delle sei. Scuro in volto, e con il cellulare zeppo delle percentuali delle elezioni in Sardegna, il leader della Lega è stranamente sintetico. «E’ andata benissimo», dice rientrando nell’auto blindata. Il decreto per rimborsare i truffati delle banche venete è pronto ed è una buona notizia per i due vicepremier che di recente hanno partecipato ad un’assemblea di risparmiatori. Ma per Salvini il Nord non finisce a Vicenza. I governatori della Lega, in testa il veneto Zaia, sono particolarmente nervosi. La gelata sull’economia che scatena il popolo delle partite iva, si somma al rinvio del progetto autonomista con tanto di attacchi grillini alla ministra Stefani. Questioni che - da qui a fine maggio - rischiano di trascinare la Lega nella profezia di Umberto Bossi: «Se si prendono voti al Sud si perde al Nord». Malgrado i tentativi di contenerlo, il Reddito di cittadinanza c’è e continua a non piacere all’elettorato del Carroccio. La prossima settimana dovrebbe partire e a fine aprile dovrebbe essere erogato. Con l’alleato in difficoltà per l’ennesimo risultato elettorale negativo, Salvini non preme sull’acceleratore e, per ora, si limita su molte questioni a schierarsi con il ministro dell’Economia.
IL PRESSING
Malgrado i tentativi del premier Conte di smussare gli spigoli, il rapporto tra il ministro Tria e il M5S resta teso.
Il Gazzettino