I suoi due figli, Lorenzo di 12 anni e Gilla di 6, sono stati travolti e uccisi da un treno a Brancaleone mentre erano in vacanza con la madre Simona Dell'Acqua. Nella...
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«Un fatto del genere è impensabile, raccapricciante e ingiusto. Nel 2018 non è possibile morire in questo modo atroce: bastava una barriera, un passaggio più sicuro e non sarebbe successo». Nella settimana del funerale dei suoi due figli, Lorenzo di 12 anni e Gilla di 6, di Albairate (Milano), travolti e uccisi da un treno a Brancaleone l'8 agosto scorso mentre si trovavano in vacanza con la madre Simona Dell'Acqua e stavano «obbligatoriamente» attraversando un binario per raggiungere il mare, il papà Pietro Pipolo rompe il silenzio.
L'uomo, è scritto in una nota, «tramite i consulenti Luigi Peron e Linda Mazzon, si è affidato allo Studio Tossani di Bologna, società che sin dal 1952 è specializzata nella difesa e tutela dei diritti dei danneggiati, per chiedere nell'interesse di tutti che sia fatta giustizia e sfoga il suo dolore». «Se ci fosse stata la necessaria prevenzione e diligenza da parte degli enti competenti - afferma l'uomo - il buon senso e l'attenzione che ciascuno di noi si aspetta dalle Istituzioni, la tragedia si sarebbe evitata. Il tratto dov'è avvenuta la deve essere messo in sicurezza subito».
L'amore tra la madre e i due figli, prosegue la nota, era viscerale, «come dimostra il tentativo estremo di Lorenzo di salvare la sua Gilla e lo stesso ha fatto con loro mamma Simona prima dell'impatto con il regionale proveniente da Catanzaro». «Solo qualche giorno dopo la tragedia - dice Pietro Pipolo - ti rendi conto di quanto successo.
Il Gazzettino