«Dopo Alessia, dopo Valentina, dopo chissà quante e quanti invisibili, ancora il macabro utilizzo dell’egoismo nella totale negazione all’esistenza....
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Amarezza è stata espressa anche da Giovanna Giò Sensation, organizzatrice in Abruzzo del concorso di Miss Trans: «Non voglio condannare la decisione di una famiglia che in questo momento sta vivendo un dolore profondo per una grave perdita - è la sua premessa -, dico però che non si può e non si deve cancellare una scelta di vita nascondendola dietro un nome che sarà pure quello ufficiale, ma che non rappresenta la persona cara che ci ha lasciati. Magari avrebbero potuto aggiungere “detta Alessia” per onorare pienamente la sua memoria. Ma voglio pensare che non si sia trattato di un atto voluto, dettato quindi da risentimento o vergogna, ma solo che si sia agito in modo consapevole. Anche perché altrimenti - seguita Giò Sensation - non avrebbero fatto pubblicare sullo stesso manifesto la foto che mostra il volto più autentico di una donna che per tutti a Pescara era semplicemente Alessia, come l’ho conosciuta anni fa. Evidentemente nel percorso di vita Alessia non ha considerato di voler cambiare nome anche all’Anagrafe, cosa oggi possibile - dice ancora Giò Sensation - e che sempre più ragazze trans stanno facendo. Sul piano culturale sono stati fatti enormi passi in avanti e la consapevolezza aiuta a trovare il coraggio nel processo di cambiamento. E anche la società è molto più aperta nei confronti del mondo trans». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino