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Insulti razzisti, qualcuno pure politicamente sconclusionato, paragoni iperbolici ma senza dubbio di matrice razzista al post del governatore della Liguria Giovanni Toti che oggi, per salutare i primi nati in Liguria ha scritto un post allegando la foto di una bambina nigeriana tra le braccia della madre, nata poco dopo le 3 del mattino a Genova.
La furia è stata tale e tanta che Toti è intervenuto nei commenti per ribadire che «chi nasce in Liguria è ligure» mentre gli amministratori hanno eliminato dall'elenco dei commenti quelli di chiara matrice razzista. Ne sono rimasti alcuni del tipo «Dopo il vaccino obbligatorio, lo ius soli? Renzi La aspetta a braccia aperte!», oppure «Nata in Liguria, ma somala o africana a prescindere...» e «Non è vero che chi nasce in Italia è italiano. Cosa hanno di ligure questi signori? Ma cosa sta dicendo?» oppure «Stupido e iprocrita pietismo» ma anche un incredibile «se io fossi nata al polo sud di certo non ero per diritto di nascita un pinguino!». Infine commenti più propriamente politici: «si sta smarcando dai suoi alleati?».
A far più rumore, però, è il commento del capogruppo regionale della Lega, Stefano Mai: «Non si può definire italiano, né ligure, chi nasce sul nostro territorio da genitori stranieri.
La replica di Toti
«I commenti razzisti - è intervenuto Toti mettendo un punto alla sequela di sfoghi razzisti - verranno rimossi dai moderatori della pagina. Una bambina che viene al mondo è una benedizione e va accolta come tale, senza polemiche inutili e dannose a qualsiasi dibattito democratico. Proviamo a iniziare il 2021 con un nuovo passo».
In serata poi torna sulla questione: «Stupisce e lascia amareggiati e per la verità anche un po' perplessi che qualcuno, in un anno come questo, riesca a fare polemica anche su un post di benvenuto al mondo per una bimba nata in una notte carica di dolore e di speranza. Nel Paese con il tasso di natalità più basso del mondo, una nuova creatura è un fatto positivo, quale che sia la sua nazionalità e il colore della sua pelle». «Greta è nata in un ospedale ligure, con medici e infermieri liguri. Sua madre ha in tasca una tessera sanitaria del nostro Paese. Non ho chiesto alla Direzione del San Martino se fosse immigrata, naturalizzata, cittadina italiana o di un altro Paese. Francamente non me ne frega nulla in questo caso. Greta è nata qui, andrà qui a scuola, crescerà qui e da lavoratrice avrà gli stessi diritti e gli stessi doveri degli altri lavoratori. E gli stessi diritti e doveri sociali. Nulla c'entra tutto ciò con i diritti politici concessi dalla cittadinanza, provenga essa dallo Ius soli o da altri strumenti di diritto. Di questo si occuperà il Parlamento nazionale, non certo la nostra Regione. Se mai il Parlamento deciderà di affrontare questo tema (direi che oggi francamente abbiamo altre priorità), spero che tutti i partiti lo facciano consapevoli della delicatezza dell'argomento e dei sofisticati risvolti civili, sociali, legali ed economici che porta con sé. E senza l'approssimazione e i sottotesti sgradevoli che ho letto e ascoltato oggi nell'assurdo dibattito su un neonato!», conclude Toti.
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