Prende un gioco per il figlio tra i rifiuti, netturbina licenziata per furto dopo 11 anni di servizio

Prende un gioco per il figlio tra i rifiuti, netturbina licenziata per furto
«Forse sono un'ingenua, ma non accetto di essere considerata una ladra. Tutto questo è ingiusto». Una donna di 40 anni, separata, con due figli e residente...

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«Forse sono un'ingenua, ma non accetto di essere considerata una ladra. Tutto questo è ingiusto». Una donna di 40 anni, separata, con due figli e residente in una casa popolare, da due mesi è senza lavoro dopo essere stata licenziata da una delle ditte che si occupano della raccolta e gestione di rifiuti a Torino, la Cidiu. La sua colpa è stata quella di impossessarsi di un vecchio monopattino trovato proprio in uno dei centri di raccolta dell'azienda, a Collegno.


Aicha Elizabeth Ounnadi, per tutti Lisa, racconta a La Stampa la sua vicenda e assicura di ricordare benissimo il giorno in cui avvenne l'episodio che l'ha portata al licenziamento per furto: «Erano le 6 del mattino del 18 maggio e una collega mi ha passato quel giocattolo: 'Tieni, portalo a tuo figlio'. Non so chi l’avesse preso, né chi l’avesse portato lì, ma a quell’ora non sono stata a fare domande. L’ho messo vicino al mio armadietto e poi l’ho chiuso in auto. Non avrei immaginato che da quel momento sarebbe iniziato un incubo».

Il 30 giugno la donna è stata licenziata dall'azienda, per violazione del codice disciplinare imposto ai dipendenti. «A tutti è stato più volte ribadito che non è ammesso appropriarsi dei beni provenienti dalla raccolta dei rifiuti e le giustificazioni della dipendente non sono idonee a giustificare un comportamento gravissimo», si legge nelle motivazioni addotte da Cidiu.


Lisa, però, non ci sta: «Abbiamo tante difficoltà economiche, anche il mio ex marito ha perso il lavoro e capita che qualcuno ci faccia dei piccoli regali per aiutarci. Ho subito detto la verità: avevo preso io quel monopattino dopo che me l'aveva passato una collega, per il mio bimbo di 8 anni. Tutto confermato anche da lei. Quel monopattino non era nascosto, non ho fatto nulla di male, non posso essere licenziata per questo». Ora la donna è pronta a fare ricorso e impugnare il licenziamento davanti a un giudice: «Spero solo che ascolti le mie ragioni. Lavoro in Cidiu dal 2006, ho i calli alle mani, ho sempre lavorato duramente e non mi sono mai lamentate. Dopo oltre 10 anni passati sotto la pioggia o la neve, mi vogliono licenziare per un monopattino?». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino