Tiziana, indagini sul mercato hard: sequestrati pc e telefoni dell'ex

Sequestrati due computer e una decina di iPhone. Mezzi informatici utilizzati per lo più dall'ex fidanzato di Tiziana Cantone, Sergio Di Palo. Un imprenditore con il...

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Sequestrati due computer e una decina di iPhone. Mezzi informatici utilizzati per lo più dall'ex fidanzato di Tiziana Cantone, Sergio Di Palo. Un imprenditore con il quale la giovane per un breve periodo ha anche convissuto. L'analisi dei contenuti è complessa. Ma è un primo passo per fare chiarezza. La procura di Napoli nord accelera i tempi dell'indagine per istigazione al suicidio di Tiziana Cantone e chiude il cerchio attorno a una lista di nomi entrati a pieno titolo in alcuni verbali acquisiti al fascicolo curato direttamente dal procuratore Francesco Greco e dal sostituto Rossana Esposito. Allarga, però, la prospettiva investigativa puntando anche sul traffico di gadget con sopra impressa la frase pronunciata da Tiziana durante un rapporto sessuale filmato e messo in rete. Persino «ebay», il sito dello shopping online più visualizzato al mondo, propone la vendita della maglietta bianca con sopra impressa la frase «Stai facendo il video? Bravo». Tiziana si è tolta la vita proprio a causa di quel filmino hard diventato popolare e virale, ipotizzano gli inquirenti.


Una decina sono i testimoni ascoltati come persone informate dei fatti dal procuratore Greco ieri e giovedì. E tra queste anche alcune amiche di Tiziana. Tutti puntano il dito su un gruppo ristretto di persone che frequentava Tiziana quando era in preda ai fumi dell'alcol e si faceva filmare mentre consumava un rapporto sessuale. Si procede, per ora, solo per istigazione al suicidio.


In Procura a Napoli il secondo procedimento nei confronti di quattro indagati per diffamazione di Tiziana va, dopo un anno, verso la chiusura. Il fascicolo napoletano nelle mani del pm Alessandro Milita potrebbe portare alla richiesta di rinvio a giudizio dei quattro o all'archiviazione nei confronti di alcuni indagati che avrebbero ricevuto il video su WhatsApp, ma non lo avrebbero diffuso in internet. Lunedì il vertice in Procura a Napoli nord potrebbe sancire l'unione dei due fascicoli. Di Tiziana non resta che questo: il processo. Nessun cartellone c'era ai funerali per dire: «Non ti dimenticheremo». In fondo lei, la bella Tiziana, voleva proprio questo: essere dimenticata. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino