The Bordeline, la psicologa Chiara Ionio: «Genitori conniventi quando fingono di non sapere nulla»

"Bisognerebbe alzare per legge l’età per poter aprire un profilo YouTube", prosegue la terapeuta

The Bordeline, la psicologa Chiara Ionio: «Genitori conniventi quando fingono di non sapere nulla»
Sul ruolo e le responsabilità dei genitori dei cosiddetti “youtuber”, Chiara Ionio, professoressa di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione...

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Sul ruolo e le responsabilità dei genitori dei cosiddetti “youtuber”, Chiara Ionio, professoressa di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione dell’Università Cattolica di Milano, non ci gira intorno: «Gli adulti devono lavorare sul senso di responsabilità, dimostrare ai figli che la vita non è stare in vetrina». 

Partiamo da una foto: padre e figlio in giro con una Ferrari. Cosa ne pensa? 
«L’unica cosa bella di questa storia è la passione condivisa tra un padre e un figlio rispetto a questo tipo di automobili. Il vero problema è il dover essere sempre in mostra. Per cui in un certo senso viene da chiedersi se si tratti di vera passione o solo di uno strumento di ostentazione».

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Qual è il limite tra senso di protezione e connivenza? 
«Il genitore deve proteggere il figlio, ma deve essere anche la figura che lo fa ragionare rispetto al superamento del limite, che fa parte del processo di crescita dei giovani adulti. Non dimentichiamo che rientra nel ruolo del genitore porsi come punto normativo: se superi il limite ti devo rendere consapevole del tuo errore. Se a 20 anni causi un incidente gravissimo e come genitore sminuisco l’accaduto, vuol dire che do anche meno valore alla vita del bambino che è morto». 

Ma come può un genitore evitare comportamenti così pericolosi? 
«Intanto, bisognerebbe alzare per legge l’età per poter aprire un profilo YouTube. E poi è importante che il genitore faccia un lavoro di educazione ai social: il nostro ruolo è quello di accompagnare i figli anche nel mondo virtuale e vigilare perché rispettino le regole. Spesso capita che i genitori siano consapevoli che il figlio li utilizza molto prima dell’età consentita. Eppure fanno finta di niente». 

Da dove bisogna partire? 
«Occorre lavorare sul senso di responsabilità. I genitori devono in sostanza valorizzare le capacità dei ragazzi, e dimostrare che il numero di followers non conta nulla, perché la vita si gioca fuori dai social. È fondamentale spronare i giovani a intessere relazioni vere». 

È sbagliato mostrarsi amici dei figli? 


«Non credo nella figura del genitore amico. Non bisogna mettersi sullo stesso piano. Il genitore deve avere sempre un ruolo di responsabilità e di autorevolezza».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino