«Tasse? Paghiamole un anno dopo» Proposta choc del Tea Party veneto

«Tasse? Paghiamole un anno dopo» Proposta choc del Tea Party veneto
PADOVA - «L'Italia è in procinto di sottoporsi ad una grande rivoluzione culturale, dove piccole soluzioni governative sostituiscono la lunga tradizione di grande governo...

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PADOVA - «L'Italia è in procinto di sottoporsi ad una grande rivoluzione culturale, dove piccole soluzioni governative sostituiscono la lunga tradizione di grande governo con tasse elevate e alto tasso di disoccupazione».




Lo ha detto Carlo Sandrin, il trentenne di Piazzola sul Brenta (studi a Cà Foscari e all’Economic Development dell’Università Cattolica d'America), alla tv statunitense TheBlaze, il network del popolarissimo imprenditore - presentatore Glenn Beck, una vera star per la destra americana. Sandrin (che recentemente ha anche chiesto per Padova le primarie del centrodestra entro febbraio) è il leader dei "Tea Party Veneto", non propriamente un salotto per merende pomeridiane, ma l’equivalente, in salsa nordestina, dei Tea Party statunitensi, ossia i "taxed enough already", vale a dire i "già abbastanza tassati". Tremila simpatizzanti, si dice, organizzati fino ad un certo punto ma assolutamente "trasversali". Per niente integrati, e molto apocalittici.



«L'Italia è sull'orlo del collasso - ha continuato Sandrin -: i leader di piccole imprese lottano ogni giorno per tenere le porte aperte, in gran parte perché le aliquote fiscali in Italia sono tra le più alte al mondo. L’unica soluzione è non pagare un centesimo in tasse, finché il governo non smetterà di invadere le libertà individuali. Mentre la politica sa solo discutere su chi governerà la prossima volta».



Da qui l’invito di Sandrin: la disobbedienza fiscale. Ma "a tempo". La trovata sta nel pagare le tasse, ma con un anno di ritardo, cioè nei tempi consentiti dalla legge per il "ravvedimento operoso", che prevede una sanzione ridotta del 3,75%. Sempre che nel frattempo l’Agenzia delle entrate o qualche altro istituto non avvii una verifica d’ufficio, che annullerebbe automaticamente le riduzioni.



«È davvero inutile bloccare strade o attuare proteste di tipo violento - ha detto Sandrin -. È molto più efficace giocare la carta dello sciopero fiscale». Che causerebbe, a detta del Tea party veneto, uno shock economico: allo Stato, solo dalle "partite Iva" del Veneto, potrebbero venire a mancare in un anno ben 60 miliardi di euro.



«L’appello è rivolto a tutti, ovviamente - continua Sandrin - ma in particolar modo, appunto, alle partite Iva e alle Pmi, tutti coloro che sono tagliati fuori, oggi, dal credito bancario, che finiscono costretti all’evasione fiscale, quella vera, non per cattivo senso civico, ma per una concreta indisponibilità finanziaria». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino