Tap, la rabbia dei grillini contro M5S: a Melendugno bruciate tessere elettorali e foto dei politici

Gesto forte di alcuni attivisti che partecipano alla manifestazione No Tap a San Foca di Melendugno (Lecce) hanno bruciato le proprie tessere elettorali e le foto che ritraevano i...

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Gesto forte di alcuni attivisti che partecipano alla manifestazione No Tap a San Foca di Melendugno (Lecce) hanno bruciato le proprie tessere elettorali e le foto che ritraevano i volti dei parlamentari del M5S eletti in Salento, compresa quella del ministro del Sud, Barbara Lezzi, e il simbolo del Movimento pentastellato. Lo hanno fatto perché - hanno spiegato - si sentono traditi da coloro che aveva promesso in campagna elettorale che il gasdotto Tap sarebbe stato bloccato in due settimane, invece il governo Conte ha ora avallato la costruzione dell'opera.

 
Secondo i dati forniti dalle forze dell'ordine presenti a San Foca, i partecipanti alla manifestazione sarebbero circa 300. Secondo il portavoce dei No Tap, Gianluca Maggiore, sul lungomare della marina di Melendugno sono accorse circa 500 persone. Maggiore ha lanciato ai mille diportisti che hanno le imbarcazioni ormeggiate nel porto della marina, un appello a «sostenere la lotta del movimento contro la realizzazione del gasdotto» che collegherà il Mar Caspio all'Italia con approdo su una spiaggia di San Foca di Melendugno.

«Barbara Lezzi, vattene dal Salento»; «questo meritate, questo meritate, il fuoco»: hanno urlato gli attivisti No Tap a San Foca mentre bruciavano la bandiera con il simbolo del M5S. Obiettivo principale dei manifestanti è la ministra salentina Barbara Lezzi, con delega al Sud, che durante la campagna elettorale ha promesso che i pentastellati, una volta al governo, avrebbero fermato la costruzione del gasdotto Tap, invece nei giorni scorsi il governo ha dato il via libera definitivo all'opera.

LE PENALI
«Visto il polverone che si sta scatenando ecco alcune precisazioni che mi sento di dare in merito a quanto affermato su Tap», scrive su Fb la deputata Sara Cunial, che ieri con altri due senatori M5S, Lello Ciampolillo e Saverio De Bonis, ha contestato al premier Conte la presenza di penali. «Sebbene esista un trattato trilaterale, proprio in quel documento sono contenuti i motivi dell'assenza di penali. Nel testo è scritto che le penali sono subordinate agli HGA (Host Government Agreement) cioè agli accordi tra il Governo ospitante e TAP, che l'Italia non ha firmato».



«E sempre in quel documento - sottolinea Cuniel - si parla della Carta dell'energia che subordina la legittimità delle pretese private, in questo caso quelle di TAP, allo sviluppo sostenibile. E proprio di sviluppo sostenibile mi piacerebbe si discutesse in queste ore. Alla luce del report Global Warming dell'Onu; della recente sentenza della Corte dell'Aia che stabilisce per la prima volta nella storia che il governo dovrà tagliare le emissioni di almeno il 25% entro il 2020, perché una riduzione inferiore costituirebbe una »violazione dei diritti dei cittadini olandesi tutelati dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo; del caso Exxon Mobil, società petrolifera accusata di aver truffato i suoi azionisti con falsi dati rispetto alla gestione dei rischi posti al suo business dai costi crescenti per le regole in arrivo sui cambiamenti climatici e infine della decisione di un giudice di New York di intimare a una Corporation l'onere di provare che la propria attività non risulti climalterante. Non cose da poco!».


«Proprio in questi giorni oltre 1000 cittadini, 18 associazioni, sindaci, professori ed esperti hanno presentato una diffida climatica al Governo di cui non possiamo non tenere conto - conclude Cunial - il problema non è (solo) San Foca, il Salento o la Puglia. Qui in gioco c'è un intero Paese e un intero Pianeta. Se non invertiamo subito la rotta nel giro di 15 anni (non secoli) saremo spacciati. E allora sì che le penali, altissime, saranno inestinguibili. La tutela della nostra sovranità territoriale, energetica e alimentare dovrebbe essere un dovere per il governo del Cambiamento. Vogliamo parlarne? Nel link potete scaricare i documenti e il testo integrale della «Diffida climatica al Governo» fatta da oltre 1000 cittadini e associazioni, esperti, sindaci e professori, tra questi gli avvocati Michele Carducci, Elena Papadia e Raffaele Cesari». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino