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Una corsa folle, con l'auto lanciata a 150 chilometri all'ora e la mente obnubilata. Il trentanovenne italiano di origine marocchina che venerdì notte si è schiantato contro la macchina di Laura Amato e Claudia Turconi ferma al casello della Ghisolfa, uccidendole sul colpo, era positivo alla cannabis e alle benzodiazepine. I primi esami disposti dal pm Paolo Filippini hanno dato esito positivo e dunque si parte da qui per ricostruire le dinamiche di un incidente causato da un automobilista che, alle due di notte all'imbocco della Milano-Torino, non avrebbe dovuto mai trovarsi.
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IL RICOVERO
A bordo della sua Lancia Musa i vigili del fuoco e gli agenti della polizia stradale di Novara hanno trovato il braccialetto identificativo che viene messo al polso dei pazienti al momento del ricovero in pronto soccorso. Era strappato. E infatti il marocchino proprio il giorno prima dell'incidente si è presentato all'ospedale, accompagnato dalla moglie: aveva dato in escandescenze, non si sa per un attacco di nervi o una crisi epilettica. Viene visitato e trattenuto, gli investigatori hanno acquisito le cartelle cliniche per chiarire due punti importanti.
VITE SPEZZATE
Laura Amato, 54 anni e una figlia, aveva appena festeggiato il compleanno e stava tornado a casa con l'amica Claudia Turconi, 59 anni. Entrambe erano operatrici socio sanitarie, Laura alla clinica Macedonio Melloni e Claudia alla Fondazione Colleoni di Castano Primo. «Due raggi di sole», le descrivono gli amici sui social. «Claudia ha avuto sempre una vita complicata, era costretta a dare sempre tutta se stessa, in particolare per i suoi quattro figli - scrive un compagno del liceo artistico - Forse per questa sua situazione era sempre disponibile ad ascoltare i problemi degli altri e a esserti accanto». E l'amica Silvia saluta Laura: «Ci hai lasciato un vuoto enorme, incolmabile. Con le tue battute, la tua lingua pungente e la tua voglia di vivere mi hai conquistata sin dal primo momento. Grazie per quello che hai fatto per papà e per noi, non ti dimenticherò mai».
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