Furbetti del cartellino: quattro assoluzioni per "tenuità del fatto"

Sulmona, furbetti del cartellino: quattro assoluzioni
Sono voluti andare fino in fondo per dimostrare la loro innocenza, rischiando anche che si riaprisse il processo a loro carico, nonostante il pm avesse chiesto l’assoluzione...

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Sono voluti andare fino in fondo per dimostrare la loro innocenza, rischiando anche che si riaprisse il processo a loro carico, nonostante il pm avesse chiesto l’assoluzione per «tenuità del fatto». Ad essere considerati “furbetti”, fosse anche «tenui», però, Giulio De Santis, Ivana Sfronsone, Antonella Di Placido e Maurizia Di Massa, dipendenti comunali indagati nell’inchiesta sull’assenteismo a palazzo San Francesco, proprio non ci tenevano e così, dopo essersi opposti alla formula assolutoria proposta dalla procura, ieri hanno ottenuto tutti e quattro un’assoluzione con formula piena: «il fatto non sussiste».


Le timbrature dei cartellini fatte o fatte fare da terzi, ha ritenuto ieri il gip Marco Billi, erano non una falsa attestazione, ma una cortesia nei confronti dei colleghi, tanto più che il badge passato nella macchinetta non era stato strisciato per coprire un’assenza dal posto di lavoro, perché, hanno dimostrato gli indagati, loro nonostante l’uscita registrata avevano continuato a essere sul posto di lavoro fuori dall’orario previsto. Resta sospesa, invece, la decisione del gip sulle altre 34 persone (di cui 30 dipendenti comunali e 4 delle cooperative) per le quali la procura ha chiesto l’archiviazione (e che non si sono opposte), mentre degli imputati (quelli per i quali la procura ha chiesto il rinvio a giudizio), due sono stati assolti davanti al gup, uno ha patteggiato la pena e solo 6 alla fine sono finiti a giudizio nell’inchiesta penale.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino