Stupro di Palermo, chi diffonde il video rischia 6 mesi di carcere e sanzioni anche di 50mila euro

Social e piattaforme video, cosa prevede la legge in caso di violenza sessuale

Stupro di Palermo, chi diffonde il video rischia 6 mesi di carcere e sanzioni anche di 50mila euro
Arresto da tre a sei mesi. Chi diffonderà il terribile video della violenza sessuale di Palermo subita da una ragazza di 19 anni il 17 luglio avrà delle conseguenze...

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Arresto da tre a sei mesi. Chi diffonderà il terribile video della violenza sessuale di Palermo subita da una ragazza di 19 anni il 17 luglio avrà delle conseguenze penali. Rivediamo cosa dice l'avvertimento del Garante della privacy: «La diffusione e la condivisione del video costituiscono una violazione della normativa privacy, con conseguenze anche di carattere sanzionatorio, ed evidenzia i risvolti penali della diffusione dei dati personali delle persone vittime di reati sessuali (art. 734 bis del codice penale)». 

Ecco, ma cosa prevede l'articolo 734 bis del codice penale? «Chiunque, nei casi di delitti previsti dagli articoli 600-bis, 600-ter e 600-quater, anche se relativi al materiale pornografico di cui all'articolo 600-quater.1, 600-quinquies, 609-bis, 609-ter, 609-quater, 609-quinquies e 609-octies, divulghi, anche attraverso mezzi di comunicazione di massa, le generalità o l'immagine della persona offesa senza il suo consenso, è punito con l'arresto da tre a sei mesi». In sintesi: anche dal punto di vista penale le conseguenze sono pesanti.

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Ma c'è anche altro: le possibili sanzioni. Come detto l'Autorità - con due provvedimenti d'urgenza - ha rivolto un avvertimento a Telegram e alla generalità degli utenti della piattaforma, affinché venga garantita la necessaria riservatezza della vittima, «evitando alla stessa un ulteriore pregiudizio connesso alla possibile diffusione di dati idonei a identificarla».

La violazione della privacy di una persona vittima di violenza sessuale prevede pesanti sanzioni pecuniarie. A quanto ammontano? Partiamo da un presupposto: diffondere il video - su Telegram o su qualsiasi altra piattaforma - rappresenta una violazione anche del Gdpr, il regolamento generale della protezione dei dati. Non esistono cifre prefissate sull'entità della sanzione, dipendono da quanto è massiccia la diffusione e chi è l'autore, ma si può andare dai 5mila ai 50mila euro, indicativamente. La sola visione del video di per sé non comporta conseguenze, ma bisogna fare estrema attenzione (al di là delle regioni etiche che sono evidenti): quando si parla di piattaforme, social, messaggistica, il confine tra chi semplicemente guarda una immagine e chi la convidivide è estremamente labile. 

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Il Gazzettino