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Un'altra studentessa della John Cabot è stata violentata a Roma. Dopo il caso delle due americane, la vittima stavolta è una ventenne nordafricana, anche lei iscritta all'università privata statunitense. Denunciato un cameriere, colpevole secondo la giovane di averla seguita a casa e averla stuprata. Lui si giustifica: «È stato il mio gemello». Ma una chat su WhatsApp lo inchioda.
La denuncia
La denuncia risale allo scorso giugno.
«Mi ha tirata per i capelli perché non volevo fare quello che mi chiedeva lui e poi mi ha stuprata», ha raccontato ai carabinieri della compagnia di Trastevere. «Io piangevo, lui continuava. Io mi rifiutavo e lui mi picchiava», ha aggiunto. Interrogato dai carabinieri, il 22enne ha provato a dare la colpa al gemello. Una chat di WhatsApp mostrata dalla ragazza l'ha inchiodato ed è scattato l'arresto. Da qualche giorno è tornato a casa ed è ai domiciliari con braccialetto elettronico. Il 14 febbraio prossimo sarà giudicato con rito abbreviato.
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Il Gazzettino