Ore 16 e 37 del 12 dicembre 1969: una bomba di 7 kg di tritolo esplode all'interno dell’agenzia della Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana a Milano,...
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17 morti e 88 feriti.
Per la gravità e la rilevanza politica, la strage di Piazza Fontana diventa il momento più alto della strategia della tensione. L'obiettivo della strage? “Favorire, attraverso la paura, l’insediamento di un governo autoritario”, rivela Guido Salvini, il giudice che conduce l’ultima istruttoria sulla strage.
10 anni di processi, depistaggi, condanne, fino alla definitiva assoluzione, “per insufficienza di prove”, degli imputati: Delfo Zorzi, Giancarlo Rognoni e Carlo Maria Maggi, affiliati a Ordine Nuovo, una formazione di estrema destra. Il giudice Salvini: “Sono esistiti in questa vicenda pesanti depistaggi da parte del mondo politico e dei servizi segreti del tempo”.
Una strage senza colpevoli.
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Il Gazzettino