La catena di comando dei carabinieri che ha depistato le indagini per accertare le cause sulla morte di Stefano Cucchi rischia di finire sotto processo. La Procura di Roma dopo...
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Cucchi, il carabiniere teste chiave stringe la mano a Ilaria: «Mi dispiace»
Ed è toccato proprio a Musarò e al procuratore capo Giuseppe Pignatone firmare la richieste di giudizio nei confronti, tra gli altri, del generale Alessandro Casarsa, all'epoca dei fatti capo del Gruppo Roma, e per colonnello Lorenzo Sabatino, ex capo del nucleo operativo di Roma. I reati contestati, a seconda delle posizioni, sono falso, omessa denuncia, favoreggiamento e calunnia. Ad attendere la fissazione dell'udienza preliminare ci sono altri sei imputati: si tratta di Francesco Cavallo,all'epoca dei fatti tenente colonnello capoufficio del comando del Gruppo Roma; Luciano Soligo, già comandante della Compagnia Montesacro; Massiliano Colombo Labriola, ex comandante della stazione di Tor Sapienza; Francesco Di Sano, all'epoca in servizio a Tor Sapienza; Tiziano Testarmata, già comandante della quarta sezione del Nucleo investigativo e il carabiniere Luca De Cianni. Nel procedimento l'Arma dei carabinieri si costituirà parte lesa, così come annunciato in una lettera affidata ai familiari di Stefano Cucchi dal comandante generale Giovanni Nistri l'11 marzo scorso.
Sulla vicenda del trentenne geometra, morto il 22 ottobre di dieci anni fa, si profila dunque un quarto processo: dopo quello a carico di alcuni agenti della penitenziaria (tutti assolti), è in corso quello di secondo grado ai medici dell'ospedale Sandro Pertini e quello davanti alla prima Corte d'Assise che vede imputati cinque carabinieri, tre dei quali accusati di omicidio preterintenzionale.
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Il Gazzettino