Dopo vent’anni dalla fine della loro relazione sentimentale, un 77enne teramano non è riuscito ancora a dimenticare la sua ex e quasi quotidianamente passa sotto casa...
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Ieri, in aula, lei ha raccontato gli ultimi mesi dei suoi vent’anni trascorsi tra i continui pedinamenti dell’anziano. I fatti contestati, infatti, vanno dal 15 febbraio al 28 luglio del 2017. Un periodo brevissimo se si considera il tempo di conoscenza dei due, ma soprattutto i loro trascorsi. «Tutti i giorni si appostava, si metteva dietro le altre auto ma io lo vedevo – ha spiegato -. Sì, perché lui deve vedere chi c’è nel palazzo, se c’è qualcuno di sospetto, è quella la sua fissazione. Deve sempre controllare». A spingere la donna a rivolgersi stavolta alle autorità sono stati in particolare alcuni episodi. Uno è quello in cui, entrambi appassionati di ballo, si incontrarono in una balera e lui le fece una scenata: «Devi tornare con me. Dammi il tuo numero di cellulare». Ma lei quel numero non glielo ha mai dato. Così come è stato il 77enne da solo a scoprire dove la sua ex con la figlia si sono trasferite dopo il terremoto.
«Nessuno gli ha mai detto quale fosse il nostro nuovo indirizzo – ha confermato la figlia della donna -. Ce lo siamo ritrovati di nuovo sotto casa». Ma lui è andato anche sul posto di lavoro della ragazza, in un negozio, dove un giorno c’era anche sua madre. «Mi minacciò, iniziò ad urlare. Ce l’aveva con mia madre». A processo stavolta l’anziano, difeso dall’avvocato Marco Sgattoni, c’è finito con un rito immediato. «Con frequenza pressoché quotidiana – si legge nel decreto del giudizio – si recava sotto la sua abitazione sita a Teramo, controllandone i movimenti, l’aspettava all’uscita dal luogo di lavoro, la raggiungeva presso il luogo di lavoro della figlia, l’abitazione della madre, l’avvicina presso locali pubblici e allorquando questa di allontanava la seguiva fin sotto casa». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino