Agguato a Casal Bruciato, la madre della vittima: «Erano in tre». Sparati almeno 12 colpi

«Erano in tre. Maurizio è corso in casa, era tutto insanguinato. E stato terribile, terribile. Ora tutto quel sangue...». A parlare all'Adnkronos, ancora...

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«Erano in tre. Maurizio è corso in casa, era tutto insanguinato. E stato terribile, terribile. Ora tutto quel sangue...». A parlare all'Adnkronos, ancora tremante, è la madre di Maurizio Mattiozzi, il 48enne romano vittima di un agguato alle 21,40 di ieri sera nel palazzo dove vive, al 147 di via Diego Angeli, a Casal Bruciato.

 
«È stato operato - dice, mentre stringe una busta di plastica verde con dentro qualche effetto personale del figlio - Sto andando di corsa in ospedale a portargli il pigiama». I capelli scuri arruffati, il volto pallido, si destreggia tra i fogli di giornale che coprono il sangue dell'uomo e le chiazze che non sono state ancora pulite. «Vede? - indica scuotendo l'unica mano libera - qui ci sono i fori di proiettile, eccoli qui. Erano tre - ripete - in tre».

Roma, sparatoria a Casal Bruciato: agguato sotto casa, 48enne ferito a colpi di pistola

Due fori di proiettile sulla vetrata del portone della scala A, quella dove Maurizio Mattiozzi abita e dove gli aggressori lo hanno raggiunto. Nell'androne, sulle piastrelle immediatamente fuori l'ascensore, il sangue lasciato prima della fuga per le scale fin su al sesto piano. Nel palazzo al 147 di via Diego Angeli, a Casal Bruciato, ci sono ancora tutte le tracce dell'agguato al 48enne romano. Gli schizzi di sangue sono ovunque, sul pianerottolo al primo piano qualcuno ha provato a tamponarlo con dei fogli di giornale, ma sui muri c'è ancora tutta la scia di una corsa disperata per sfuggire a chi ha continuato a sparare per uccidere.
 

«Siamo arrivati a 'sto punto - dice all'Adnkronos un'anziana mentre tenta di scendere le scale 'dribblandò il sangue - abbiamo provato con l'ammoniaca a ripulire ma è inutile». «I colpi di pistola si sono sentiti nettamente - aggiunge una vicina della vittima - Ho guardato l'orologio, erano le 21.38. Spero che Maurizio dica chi è stato, avrebbero potuto colpire uno di noi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino