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Ha già vinto e senza partecipare. Il partito dell’astensione svetta nei sondaggi politici. Il 42% degli italiani, svela l’ultima rilevazione dell’istituto Swg, non è convinto di andare alle urne. E due elettori su tre, il 62%, hanno deciso di non seguire – o seguire poco – questa campagna elettorale agostana. La disaffezione per la politica è un allarme trasversale nei sondaggi. Per Youtrend il 47% degli italiani ha “poco” o “nessun entusiasmo” per la corrida elettorale. Si parte da qui, da un dato che non ha colore, per una fotografia delle forze politiche a poco più di un mese dalle elezioni.
La classifica
L’istantanea conferma la classifica ai nastri di partenza, quando si è aperta la crisi del governo Draghi. Fdi e Pd restano in vetta. Il primo in leggero vantaggio secondo Youtrend, che stima i due contendenti rispettivamente al 24,2% e al 22,3%. Più ristretta la forchetta per Swg: 23,8% a 23.3%. Lo stesso sondaggio colloca gli ex alleati Lega e Cinque Stelle a pochi punti di distanza, con il Carroccio che viaggia a quota 12,5% e il movimento di Giuseppe Conte a inseguire al 10,3%, entrambi in crescita di mezzo punto rispetto alla settimana precedente. Sogna la doppia cifra Forza Italia: se per Tecné il partito di Silvio Berlusconi può aspirare a superare il 10%, Youtrend quota la compagine azzurra all’8,9%.
Verso le elezioni a colpi di tweet: crescono Calenda e Meloni
Il Terzo Polo
Più incerto il quadro sul “terzo polo” tessuto dai leader di Azione e Italia Viva Carlo Calenda e Matteo Renzi.
Le sfide
Due i dati da segnare. Il primo: con la fine del campo largo, il centrodestra può guadagnare un bottino di altri 19 collegi uninominali alla Camera e 9 seggi in più al Senato, ottenendo così il 61% e il 64% nelle due camere. Un vero exploit che tuttavia - e qui c’è il secondo dato - potrebbe non consegnare alla coalizione una maggioranza qualificata tale da modificare in autonomia la Costituzione. Scenario ritenuto “molto improbabile” dall’Istituto Cattaneo. Al traguardo mancherebbero infatti altri 20 collegi alla Camera e 6 in più al Senato, in entrambi i casi da strappare al centrosinistra. Si tratterebbe di una vera debacle dei dem sui territori con la caduta di roccaforti del partito come Prato, Grosseto, Reggio Emilia, Modena, Ravenna. Ad oggi, in attesa che il patto centrista prenda forma, lo studio di Cattaneo prevede una maggioranza del centrodestra con 245 seggi alla Camera e 127 al Senato. Solida, certo, ma non abbastanza per mettere mano alla Carta senza chiamare al tavolo l’altro lato dell’emiciclo.
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