Slot via dai bar in tre anni e sale a 150 metri dalle scuole

Slot machine
Un'offerta prendere o lasciare. L'ultima del governo, che con i Comuni e le Regioni sta trattando da ormai un anno per raggiungere un'intesa sulla riduzione delle slot...

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Un'offerta prendere o lasciare. L'ultima del governo, che con i Comuni e le Regioni sta trattando da ormai un anno per raggiungere un'intesa sulla riduzione delle slot machine sul territorio e, magari, anche mantenere la promessa che aveva fatto Matteo Renzi quando era presidente del Consiglio di eliminare le macchinette dai Bar e dai tabacchi. Il testo portato dal sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, in Conferenza unificata, e che dovrà essere approvato entro l'11 maggio, tocca anche questo punto. Entro tre anni le slot scompariranno dai bar e dalle tabaccherie. Intanto, però, saranno subito vietate negli esercizi generalisti come i ristoranti, gli stabilimenti balneari, i circoli privati. 


La riduzione insomma, inizierà subito con un taglio entro la fine dell'anno del 30% delle macchinette complessive che, spiega la bozza, non potranno essere più di 264.474. In realtà, considerato che a dicembre dello scorso anno le slot installate erano poco più di 407 mila, il taglio effettivo sarà del 35%, con una "rottamazione" di oltre 142 mila macchinette. 

Ma i punti più delicati sono in realtà altri due. Quelli che più hanno alimentato lo scontro tra il governo e gli enti locali: le distanze minime delle sale dai "punti sensibili" come scuole, chiese e ospedali, e gli orari di apertura. Girando per la Penisola ogni Comune ha deciso a modo suo su distanze e orari, creando una babele di regole. Adesso il governo prova a mettere ordine. I sindaci potranno decidere di vietare l'apertura di nuove sale a meno di 150 metri dai luoghi sensibili. Si vedrà se questa distanza sarà ritenuta sufficiente, anche perché quella più utilizzata dai Comuni è di 500 metri. Altra novità è la possibilità data sempre ai sindaci, di obbligare la chiusura delle sale per al massimo sei ore al giorno, anche divise in fasce. Anche in questo caso bisognerà vedere se agli enti locali basterà. Si tratta comunque di una inversione della logica degli orari massimi di apertura utilizzata fino ad oggi. 


«Il documento pubblicato oggi», ha commentato Baretta, «è il risultato di un lungo lavoro con gli enti locali e con l'associazionismo. Tutti i problemi posti in questi mesi dai sindaci, dalle Regioni, dagli operatori del settore e dalle associazioni di volontariato hanno trovato risposta». Per il sottosegretario all'Economia, «si tratta di una vera e propria inversione di tendenza che il governo ha voluto e che ha consentito un lungo, faticoso, ma proficuo scambio in Conferenza unificata». 

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Il Gazzettino