I musulmani italiani in un video per Silvia Romano, «Bentornata a casa che Allah sia con te»

Bentornata sorella Silvia. Nel filmato di pochi minuti pubblicato da La Luce, un sito che fa capo ad Hamza Piccardo, punto di riferimento di diversi centri islamici presenti in...

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Bentornata sorella Silvia. Nel filmato di pochi minuti pubblicato da La Luce, un sito che fa capo ad Hamza Piccardo, punto di riferimento di diversi centri islamici presenti in Italia, mostra decine di ragazzi e ragazze italiani convertiti o figli di genitori immigrati, che offrono un caloroso messaggio di gioia alla cooperante italiana rapita in Kenya e rilasciata in Somalia dopo oltre 500 giorni di durissima prigionia per opera del gruppo terrorista degli Al Shabab.


Studenti, casalinghe, medici, commesse, mamme, impiegati, bambine: sono i volti degli italiani che fanno parte della seconda religione più diffusa nel Paese. Alcune donne salutano Silvia con il capo velato, altre vestite in modo occidentale, ci sono ragazzi con la barba e altri coetanei con T-shirt e magliette alla moda. Una bambina gli fa sapere orgogliosa che si chiama Aisha come il nome scelto da Silvia nel passaggio all'Islam. C'è anche l'imam della moschea più vicina alla residenza della famiglia Romano, a Cascina Gobba che le raccomanda di passare e di trascorrere una buona festa di Ramandan. 



Sul sito La Luce, in un altro articolo, viene riportata la dichiarazione del ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu che ha accusato gli Emirati Arabi di appoggiare il gruppo armato somalo al-Shabab autore del sequestro della cooperante italiana. «In questo contesto, il sostegno fornito dagli Emirati Arabi Uniti ai gruppi terroristici, in particolare al-Shabab e alle attività separatiste nello Yemen, non è un segreto».



La reazione di Ankara è arrivata in risposta a una dichiarazione di Abu Dhabi rilasciata giovedì scorso in cui si accusava la Turchia di interferire negli affari arabi in Libia schierando “terroristi” nel paese, un riferimento ai combattenti siriani inviati a sostenere il governo di Tripoli alleato di Ankara. 


In un altro articolo ancora venivano criticati gli atteggiamenti offensivi mostrati da Sgarbi, Sallusti, Feltri, Liguori, Briatore nei confronti di Silvia Romano. «Hanno dettato la linea a chi non vedeva l’ora di riprendere il tiro al bersaglio contro un nemico preferibilmente indifeso. Codardi. E mentiremmo se dicessimo che questa offensiva è prerogativa esclusiva della stampa di destra. Questi uomini rabbiosi ma intellettualmente flaccidi si sono scagliati contro Silvia Romano come iene che sentono l’odore del sangue, ma “le iene restano iene e i leoni restano leoni». 

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Il Gazzettino