OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
In alcune aree è anche peggio dell’anno scorso. E soprattutto gli effetti sono moltiplicati dal fatto che la siccità colpirà per la seconda estate consecutiva. Senza tregua. I segnali sono chiari e stanno causando effetti pratici, con l’ombra dei tagli di produzione di energia idroelettrica. La siccità sta colpendo soprattutto nel Nord del Paese, tanto che in provincia di Biella hanno già chiesto ai cittadini di non lavare le auto, come in piena estate. Nella vicina Francia si parla di razionamenti a marzo. Ma non sono preoccupate solo le regioni settentrionali: anche nel Lazio il livello di attenzione è altissimo. Racconta David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio: «Nelle prime settimane del 2023, a causa di eventi atmosferici che alternano gelate a temperature insolitamente alte, abbiamo calcolato 250 milioni di euro di danni. A questi si aggiungeranno quelli legati alla siccità, un disastro». Massimo Gargano, direttore generale di Anbi, associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue: «Anche nel Lazio il quadro è in peggioramento, sia per i fiumi sia per i laghi. E al Nord sta andando pure peggio di un anno fa: a Torino il Po ha una portata inferiore del 70 per cento della media storica, la percentuale di riempimento del lago di Garda è del 35 per cento, quella del lago Maggiore del 38. Non stiamo producendo in alcuni casi energia idroelettrica. E abbiamo rinunciato a seminare 8mila ettari di riso».
Siccità, lo scenario
Alessandro Bratti è segretario dell’Autorità distrettuale del Fiume Po, e conferma: «Le difficoltà principali, sul fronte della siccità, oggi sono nelle Regioni del Nord-Ovest. Piemonte, Lombardia, Trentino, ma anche parte dell’Emilia, verso la provincia di Piacenza. E le precipitazioni in arrivo non saranno risolutive. Il fatto che già il 2022 sia stato drammatico sul fronte della carenza di acqua intensifica i problemi. Faccio solo un esempio: i tempi di riempimento delle falde sono molto più lunghi. Rischieremo di dovere fare delle scelte complicate: privilegiare l’irrigazione dei campi o la produzione di energia? Ovviamente, per legge la priorità va all’idropotabile».
Appelli
Non va meglio in Trentino. Racconta l’assessore all’Ambiente della Provincia autonoma di Trento, Mario Tonina: «La quota attuale del lago artificiale di Santa Giustina è inferiore del 30 per cento rispetto ad un livello ottimale estivo. Le difficoltà oggettive sono destinate ad aggravarsi se non ci saranno abbastanza precipitazioni nei prossimi mesi: le nostre grandi riserve idriche, che garantiscono i fabbisogni per l’agricoltura e la produzione idroelettrica, sono in difficoltà». In sintesi: rischia di fermarsi la produzione idroelettrica. In Piemonte, in Provincia di Biella, hanno già chiesto alla popolazione di utilizzare con estrema prudenza l’acqua e di evitare il lavaggio delle automobili, per fare un esempio. L’altro giorno il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, ha detto che per «scongiurare la calamità della siccità, serve un piano di emergenza che comprenda anche interventi normativi e strutturali». Coldiretti e Anbi hanno presentato un piano chiamato «diecimila laghetti», con la realizzazione appunto di 10mila invasi, che trattengano l’acqua quando ci sono forti precipitazioni. Perché il paradosso determinato dai cambiamenti climatici è ben rappresentato dalle sempre più frequenti bombe d’acqua che mettono in ginocchio Senigallia o Ischia, con precipitazioni concentrate in poche ore, e allo stesso tempo dai lunghi mesi di siccità.
Il Gazzettino