Serena Mollicone, il consulente: «Le microtracce di legno appartengono alla porta della caserma»

La conclusione contestata dalla difesa Mottola: "Troppo generica"

Serena Mollicone, il consulente: «Le microtracce di legno appartengono alla porta della caserma»
«I frammenti di legno appartenenti alla porta della caserma dei carabinieri sono sovrapponibili con i frammenti, dello stesso materiale, trovati nei nastri che bloccavano il...

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«I frammenti di legno appartenenti alla porta della caserma dei carabinieri sono sovrapponibili con i frammenti, dello stesso materiale, trovati nei nastri che bloccavano il capo di Serena». Al processo d'appello per l'omicidio di Serena Mollicone - la 18enne assassinata nel 2001 ad Arce - è stata ascoltata la professoressa Elena Pilli, biologa, consulente botanica della procura di Cassino. Anche nel processo di secondo grado, quindi, la consulente, ascoltata ieri mattina, ha ribadito le conclusioni portate in aula il 4 febbraio 2022 dinanzi alla corte d'assise di Cassino che, come noto, ha assolto tutti gli imputati: Franco, Marco, Annamaria Mottola, Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale.

Una tassello, quello della consulenza botanica, che per l'accusa andrebbe a dimostrare due aspetti fondamentali: l'ingresso della ragazza all'interno della caserma dei carabinieri e l'urto del capo contro la porta. I frammenti avrebbero, per la professoressa Pilli una «perfetta sovrapponibilità dei legni, maggiore del 90 per cento».

L'ANALISI

L'analisi genetica dei legni ha riguardato 18 micro frammenti trovati sotto il nastro adesivo con il quale fu bloccata la testa di Serena Mollicone, che sono stati comparati con i campioni di truciolato della porta prelevati nel punto di rottura.

«Le evidenze genetiche è stato confermato in appello dalla professoressa Elena Pilli forniscono un forte elemento di supporto all'ipotesi di perfetta riconducibilità delle tracce di origine vegetale rinvenute sui nastri con i campioni prelevati dalla porta sequestrata».

LA DIFESA

La difesa della famiglia Mottola, con l'avvocato Mauro Marsella, ha contestato le conclusioni ritenendole non consone a dimostrare la tesi della procura per «mancanza di univocità degli elementi»; soffermandosi, poi, sul concetto vago di «sovrapponibilità». La stessa difesa alla scorsa udienza, ha contestato, sempre in riferimento alla porta-arma del delitto, la conclusione del professoressa Cristina Cattaneo, che aveva ritenuto «compatibile» il segno di rottura trovato sul legno con la frattura cranica riscontrata sul capo della 18enne.

LE TAPPE

La prossima udienza d'appello è fissata al 24 gennaio quando verranno ascoltati gli altri consulenti, tra essi i rappresentati delle parti civili, come il generala Luciano Garofalo, la criminologa Roberta Bruzzone e il medico legale Luisa Regimenti.

Il 30 gennaio, invece, sarà la volta del criminologo-porta voce della difesa Mottola, Carmelo Lavorino, dell'ingegnere Cosmo Di Mille e di Enrico Delli Compagni, psicologo forense. Solo dopo aver ultimato le escussioni dei consulenti, la corte d'assise d'appello deciderà se ascoltare anche alcuni testimoni citati dall'accusa, tra i quali compare anche il carrozziere di Arce, Carmine Belli coinvolto in una precedente inchiesta sul caso e arrestato, ma assolto in tutti e i gradi di giudizio.
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Il Gazzettino