SENIGALLIA - Venti anni lui, sedici lei. Giorni trascorsi a drogarsi, a Senigallia, con dosi massicce di gocce per la tosse, che scatenano un effetto psicoattivo. Botte, calci e...
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Tentativo fallito, la ragazza va in ospedale e i carabinieri arrestano il compagno per tentato omicidio aggravato e continuato di una persona consenziente, e lesioni personali. Lui, Giuseppe Florio, ora, cerca di spiegare: "Non volevo ucciderla, le voglio bene". Sarebbero stati i genitori della 16enne, una liceale senigalliese di origine straniera, a raccontare tutto ai carabinieri. La ragazzina avrebbe infatti per giorni tentato di sminuire l'accaduto.
Un disagio sociale ma non familiare quello di Giuseppe Florio, come puntualizza l'avvocato. "E' una famiglia che ha sofferto molto - conferma Domenico Liso - ma molto coesa e unita. Quello di Giuseppe Florio è più un disagio esistenziale e non familiare perché, pur tra i problemi, la famiglia c'è sempre stata. E' sconvolto per questa vicenda, ingigantita rispetto ai fatti come realmente accaduti, e fa fatica a rendersi conto della gravità delle accuse che gli sono state rivolte, perché non rispecchiano le intenzioni di ciò che è avvenuto". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino