Scuole chiuse a San Marino per frenare i contagi. E l'Italia prende tempo

La decisione per frenare i contagi: stop a scaglioni già dal 18 dicembre

Troppi contagi e la scuola chiude in anticipo sul Natale, a San Marino. In Italia invece il Governo prende tempo e continua a monitorare l'aumento dei contagi, osservando i...

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Troppi contagi e la scuola chiude in anticipo sul Natale, a San Marino. In Italia invece il Governo prende tempo e continua a monitorare l'aumento dei contagi, osservando i casi regione per regione. La decisione di tenere a casa tutti gli studenti di San Marino è stata presa dopo la riunione tra Governo e Protezione Civile, nella sede della Segreteria di Stato all'Istruzione, e prevede chiusure scaglionate a partire dal 18 dicembre: resteranno chiuse per prime le aule negli asili nido, nella scuola dell'infanzia e alle elementari con l'ultimo giorno di lezione fissato al 17 dicembre. Le scuole medie e le superiori, i centri di formazione professionale e le aule dell'Università di San Marino saranno invece in didattica a distanza e chiusi del tutto a partire dal 23 dicembre.

Covid, boom di contagi a San Marino: scuole chiuse in anticipo per le feste di Natale

Torna la dad

Torna quindi la dad, per non far perdere troppe lezioni agli studenti più grandi. Lo stop alle lezioni in presenza è solo una delle disposizioni messe in campo, in queste ore, per contrastare l'aumento dei contagi in vista del Natale. Il Segretario di Stato alla Sanità, Ciavatta, ha annunciato i primi controlli a domicilio per le chiamate da parte dei cittadini di ritorno da viaggi. L'allerta è salita proprio a causa di un nuovo record di contagi registrato ieri, quando i nuovi positivi erano 105. In tutto, a San Marino, sono ad oggi 478 i positivi su poco meno di 34mila abitanti. Con una mole di tamponi da effettuare, ogni giorno, che sta diventando insostenibile per gli ambulatori del piccolo Stato. E così si chiude. Per le scuole italiane non sarà così, almeno non per ora. La decisione spetta al ministero dell'istruzione su indicazione e valutazioni del ministero della salute, in merito alla curva dei contagi.

Cosa succede in Italia

Per il momento il ministro all'istruzione, Patrizio Bianchi, non è intenzionato ad autorizzare un anticipo della pausa natalizia: dal ministero di viale Trastevere negano infatti la volontà di prevedere questa strada. Lo scorso anno le singole regioni decidevano autonomamente di chiudere gli istituti, così è stato ad esempio per la Regione Campania e la Regione Puglia. Quest'anno invece è stato espressamente vietato prendere decisioni singole: gli enti locali possono valutare la chiusura di un plesso, se presenta troppi casi, o delle scuole di una zona fortemente colpita, ma non la chiusura tout court degli istituti.

Quindi si valuterà la situazione da qui al 23 dicembre, anche nei singoli territori: qualora dovessero verificarsi picchi improvvisi si deciderà il da farsi. Per il momento, come sottolineato da Bianchi, i contagi all'interno delle classi sono stati solo lo 0,4% del totale: vale a dire che il protocollo anti-covid, messo in campo negli istituti, sta funzionando. Ma è tutto quel che ruota intorno che va gestito: anche in Italia la mole dei tamponi da effettuare subisce delle impennate difficili da gestire. La scorsa settimana si ritenne infatti opportuno sospendere il testing con un tampone immediato e uno al quinto giorno, nel caso di un positivo in classe, e mandare tutti in quarantena da subito proprio per evitare il doppio tampone, il caos nelle scuole e la continua richiesta sulle Asl in forte affanno. Il Governo decise poi di revocare la sospensione nel giro di alcune ore, puntando dritto alla didattica in presenza e al limitare al massimo le quarantene. Il potenziamento delle attività di testing verrà quindi assicurato dalla struttura commissariale con 11 hub in più, distribuiti in 8 regioni tra quelle più in difficoltà. Ma, nei prossimi 10 giorni, la situazione epidemiologica potrebbe cambiare ulteriormente.
 

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Il Gazzettino