Draghi, ipotesi lezioni a scuola fino a giugno per recuperare il tempo perso: nodo cattedre vacanti

Assume un posto di primo piano la scuola, nell'agenda di Mario Draghi che incontrando i gruppi parlamentari ha già puntato su due aspetti cruciali per l'anno...

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Assume un posto di primo piano la scuola, nell'agenda di Mario Draghi che incontrando i gruppi parlamentari ha già puntato su due aspetti cruciali per l'anno scolastico in corso: rivedere il calendario e fare in modo che non si ripeta a settembre quel che è accaduto quest'anno, vale a dire migliaia di cattedre vacanti. Due obiettivi non da poco, visto che rappresentano per la scuola due possibili temi decisamente problematici.

L'ipotesi scuola in estate

Rivedere il calendario scolastico in corso, infatti, può voler dire allungare le lezioni nei mesi estivi, anche solo per le 2 o 3 settimane finali di giugno. Una strada utile per recuperare le giornate perse a causa dell'emergenza Covid, ma anche per rivedere gli argomenti che non hanno avuto spazio durante le lezioni in presenza.

Ma su questo sarà difficile mettere tutti d'accordo: i sindacati già in passato si sono dichiarati contrari a una soluzione simile perché, di fatto, in questi mesi i docenti hanno portato avanti la didattica anche in modalità online quindi non c'è motivo di prolungare le lezioni. Senza contare che ci sono regioni d'Italia dove a giugno il caldo è insopportabile e sarebbe difficile trovare la concentrazione per studiare.

Cattedre vacanti

Draghi vuole intervenire anche sul problema annoso della cattedre vacanti che, quest'anno, ha messo in crisi la ripartenza proprio perché era necessario avere tutto in regola, più che in passato. Per quanto riguarda la mole spropositata di cattedre vacanti quindi, che da settembre scorso hanno investito l'avvio dell'anno scolastico 2020-2021 arrivando in vari casi anche fino a gennaio, sarà necessario lavorare fin da subito per arrivare a settembre prossimo senza dover fare i conti con migliaia di convocazioni dell'ultimo minuto. La richiesta di Draghi, presentata ai gruppi parlamentari con cui ha avuto i primi colloqui, è far sì che a settembre tutte le cattedre siano assegnate e i docenti siano in classe dal primo giorno.

Non sarà semplice centrare neanche questo obiettivo visto che il problema delle cattedre vacanti va avanti da anni e ora con i concorsi da svolgere mancano all'appello sempre più docenti da convocare.

Presidi: dare alle scuole il potere di assumere

«Ci sono 800mila posti di insegnamento e oltre 200mila sono scoperti. Bisognerebbe assumere oltre 200mila docenti ed è fattibile se daremo alle scuole il potere di assumere, magari attraverso una forma di concorso alleggerita. Se il presidente incaricato sta pensando a una riforma strutturale la accogliamo con favore», ha detto il presidente dell'Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli. Sull'ipotesi di prolungamento dell'anno scolastico sottolinea: «Se si tratta di un prolungamento relativamente contenuto si può fare, ricordo che il mondo della scuola sta lavorando da settembre, non si può proseguire ad libitum».

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Il Gazzettino