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Ritornata in questi giorni al centro delle polemiche per il caso discoteche di agosto, la Sardegna ora può 'vantare' il primato di regione con il più basso tasso di trasmissibilità di contagi da Covid. L'ultimo report dell'Istituto superiore di Sanità registra infatti un indice R(t) a 0,79; (una settimana fa era a 1).
Un dato che conferma la Sardegna in fascia gialla, quindi tra le poche regioni dove le restrizioni non si sono inasprite rispetto a quanto stabilito nell'ultimo Dpcm del governo. «Siamo soddisfatti - commenta l'assessore della Sanità Mario Nieddu - nonostante criticità mai negate, ma alle quali lavoriamo assiduamente, è evidente che le nostre azioni contribuiscono a tenere basso l'indice di contagio».
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Meno buono, invece, l'indicatore sull'occupazione delle terapie intensive. Cresce, infatti, la pressione sugli ospedali dell'isola. Secondo l'Agenzia per i servizi sanitari regionali, la Sardegna registra un 38%, superando di 0,8% la soglia critica del 30%. Fino all'11 novembre era sempre stata sotto questo limite. Attualmente i ricoverati in terapia intensiva sono 69, con un incremento di due nelle ultime 24 ore, mentre i pazienti nei reparti non intensivi sono 526 (+9). Nell'ultimo aggiornamento dell'Unità di crisi regionale si registrano 581 nuovi casi di positività e cinque decessi (367 in tutto): quattro uomini e una donna di età compresa fra 63 e 93 anni. Per fronteggiare questa seconda pesante ondata di contagi, la Regione ha messo a punto un piano in 40 giorni che prevede il potenziamento dei posti letto Covid fino a 970, di cui oltre 200 di terapia intensiva; l'aumento dei Covid hospital e l'attivazione di nuovi Covid hotel; l'assunzione di 500 nuovi medici non specializzati per rafforzare i tracciamenti e le Usca; l'allentamento della pressione nei Pronto soccorso.
Decisiva in questa fase la collaborazione con l'Esercito.
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Il Gazzettino