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Si torna a puntare l'attenzione e la ricerca sul tumore al seno. «Nel mese in rosa, mese della sensibilizzazione contro il tumore al seno, tra le molte magnifiche iniziative per informare e sviluppare consapevolezza nelle donne e nelle Istituzioni, credo sia utile portare l'attenzione anche su una famiglia di tumori rari che possono colpire la mammella, ovvero sui sarcomi mammari» dichiara Ornella Gonzato, presidente del Trust Paola Gonzato-Rete Sarcoma. I tumori maligni mammari hanno principalmente origine epiteliale (carcinomi); tuttavia ,seppur raramente, la mammella può esser colpita anche da sarcomi, tumori maligni ad origine mesenchimale. I sarcomi della mammella contano circa l'1% delle neoplasie mammarie e il 5% dei sarcomi dei tessuti molli. La loro incidenza è di circa 4,5 casi/1.000.000 all'anno. Possono essere tumori primitivi oppure secondari che si sviluppano su tessuto radiotrattato in precedenza per altra tipo di neoplasia ( sarcomi radioindotti). I sarcomi della mammella sono un gruppo istologicamente eterogeneo: alcuni istotipi presentano caratteristiche cito-architetturali e biologiche sovrapponibili agli istotipi che si osservano più frequentemente in altre sedi anatomiche, come l'angiosarcoma,il leiomiosarcoma, il liposarcoma, i sarcomi a differenziazione fibro/miofibroblastica.
Tumore al seno, storie di sofferenza e rinascita in Loggia
Altri istotipi, come il sarcoma stromale periduttale e il sarcoma fillode (che corrisponde alla varietà maligna del tumore fillode), sono invece caratteristici della mammella. Angiosarcoma e sarcoma fillode sono i più comuni; presentano caratteristiche biologiche distinte e richiedono approcci terapeutici diversi. L'angiosarcoma ha un comportamento più aggressivo degli altri istotipi mentre il sarcoma filloide tende a metastatizzate nel 20/30% dei casi. Si presentano clinicamente come massa unilaterale palpabile con tendenza a rapida crescita. La chirurgia è il trattamento principale anche se la strategia chirurgica non è standardizzata e viene valutata caso per caso, così come la sua possibile associazione con chemioterapia e radioterapia. «Purtroppo a causa della rarità manca ancora conoscenza, manca evidenza di dati capace di guidare pienamente le decisioni-cliniche.
Il Gazzettino