Nessun rinvio per Matteo Salvini. La Giunta delle immunità del Senato voterà lunedì se debba affrontare o no un processo per «sequestro di...
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È lì che si metterà il sigillo al caso Gregoretti. E sarà in quella occasione che la maggioranza potrà dare il colpo definitivo, regolando i conti con il centrodestra - si spiega - per votare l'autorizzazione all'arresto dell'ex ministro dell'Interno. Intanto ad animare ulteriormente lo scontro politico è la polemica contro il presidente del Senato. Elisabetta Casellati è entrata nel mirino di Pd-M5s e Leu dopo aver votato (una procedura inusuale anche se non vietata da alcun regolamento) insieme ai sei dell'opposizione nella Giunta per il regolamento a favore della convocazione per il giorno 20 della Commissione chiamata al primo giudizio su Salvini. Casellati è stata «imparziale e scorretta», ripetono infuriati. Compreso il segretario del Pd che denuncia «un atteggiamento molto scorretto e grave».
I gruppi della maggioranza continueranno a confrontarsi in queste ore per decidere sul da farsi e alla fine - assicurano - la linea sarà unitaria. Una linea che ora prevede, appunto, anche la mossa di non presentarsi in Giunta. Il presidente del Senato rigetta con forza le accuse. Non accetta che si metta in discussione il suo ruolo super partes e chiarisce di essersi esposta per «garantire la mera funzionalità degli organi del Senato». Non ci vede nulla di strano, invece, il leader della Lega: «È una senatrice», osserva da Gioia Tauro e rilancia: «Sono curioso di vedere chi andrà in Giunta a dire che sono un criminale». A difenderla è il resto del centrodestra. La maggioranza non le contesta solo l'entrata in campo ma anche il balletto vissuto sul regolamento, passando in pochi minuti da una deroga introdotta alla prassi fino a una contro-eccezione.
E senza ostacoli dalla presidenza, sostengono. A inizio riunione, le opposizioni propongono di sciogliere il nodo sulla data del voto Gregoretti, chiarendo se i 30 giorni previsti per la prima 'sentenzà della Giunta delle immunità siano perentori o no. Per la maggioranza è un quesito «manipolatorio». Di fatto però, una deadline inderogabile significa che il voto non può essere rinviato a dopo le regionali. La maggioranza azzarda e accetta la tesi del centrodestra: il voto sulla perentorietà passa così all'unanimità. Risultato, i 30 giorni (da quando la richiesta del tribunale dei ministri di Catania è arrivata alla Giunta) scadono proprio il 17 gennaio. Quindi si vota subito? E nonostante l'assenza di due senatori di maggioranza, Pietro Grasso di Leu e Mario Giarrusso dei 5S, in missione in America? Improbabile.
Ma soprattutto l'ipotesi cozza con il preavviso di almeno 24 ore, previsto dal regolamento, per riunire una Giunta.
Il Gazzettino