Nello studio alla vetrata del Quirinale cala il sipario sul dialogo tra Lega e Cinque Stelle e tramonta definitivamente un'eventuale risurrezione di quella che fu la...
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Luigi Di Maio lo gela poco dopo, accusandolo di slealtà. I toni del capo politico 5S non sono offensivi ma istituzionali, tuttavia il senso della chiusura è chiaro: «L'esperienza di governo si basava sulla sottoscrizione di un contratto, sulla lealtà tra forze politiche che - scandisce determinato - è stata minata da una rottura unilaterale». Freddezza anche tra il segretario federale e Silvio Berlusconi. Sin dall'inizio della crisi, come nei mesi precedenti, il Capitano ha sempre evitato di riparlare di centrodestra, snobbando il tema delle alleanze. La linea resta questa, a maggior ragione nella giornata di oggi, in cui ha tentato di riagganciare il Movimento. Ma il Cavaliere gli restituisce la pariglia, togliendosi più di un sassolino dalle scarpe, punzecchiandolo sull'Europa e definendo «avventurista» la scelta della Lega di allearsi con i Cinque Stelle.
Forte di ultimi sondaggi secondo cui la Lega, ferma al 31%, senza l'8% di Forza Italia, non avrebbe la maggioranza, si scaglia a testa bassa contro l'esecutivo Conte. Lo fa citando i giudizi dei nemici giurati del 'Capitano':«Non riferisco come Merkel e Juncker hanno definito il precedente governo. È stata indebolita l'economia italiana al punto che rasenta la crisi con un debito pubblico che ha superato il livello di guardia». «Ora - sottolinea Berlusconi - serve un esecutivo autorevole che restituisca al Paese una rispettabilità e una considerazione in Europa che l'Italia oggi non ha, che scongiuri ipotesi avventurose di uscita dall'Euro e dalla Ue ma consenta all'Italia di contare in Ue e di consolidare i nostri interessi nazionali come spetta a un Paese fondatore». Berlusconi, almeno davanti alla stampa, si dice disponibile solo a un governo di centrodestra, che come lui sa bene non ha i voti. L'alternativa è il voto, nessun altra formula. Ma prima di lasciare il Quirinale, salutando i cronisti, lancia la sua zampata, parlando più da editore che da leader politico: «Vi dico di fare attenzione perché ci sono programmi in giro anche contro l'editoria e le tv. Il male può venirci addosso, ed è un male grande che riguarda tutti noi».
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Il Gazzettino