Salerno, operai sfruttati nella ditta di conserve: «Turni da 43 ore e tagli allo stipendio se si attardavano in bagno»

Salerno, operai sfruttati nella ditta di conserve: «Turni da 43 ore e tagli allo stipendio se si attardavano in bagno»
Non solo i turni di lavoro massacranti fino a 43 ore consecutive (retribuite 4,35 euro l'una) ma anche la minaccia di vedersi togliere lo stupendioe se...

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Non solo i turni di lavoro massacranti fino a 43 ore consecutive (retribuite 4,35 euro l'una) ma anche la minaccia di vedersi togliere lo stupendioe se si trattenevano troppo in bagno. Era l'inferno quotidiano degli operai di una ditta di conserve nell'agro nocerino-sarnese, alcuni stranieri e altri italiani, costretti ad accettare condizioni di sfruttamento per necessità economica. La ditta per cui lavoravano inoltre, secondo la procura, avrebbe commercializzato pomodoro nocivo evitando i controlli grazie alla corruzione di un funzionario dell'Inps.

Per questo l'8 marzo i carabinieri hanno messo agli arresti domicialiari un amministratore delegato dell'impresa, mentre per l'altro è stato disposto il divieto di dimora. Ai due titolari della ditta sono poi stati confiscati quasi 980mila euro a cui si aggiungono 275.600 euro di sanzioni dalla Direzione Provinciale dell'Inps. Le accuse a loro carico sono di avere commercializzato sostanze alimentari nocive, di caporalato nel settore agroalimentare e di corruzione.

Pomodoro nocivo, sequestrate 800 tonnellate

L'azienda era finita sotto indagine dopo che lo scorso 26 maggio era stato eseguito un sequestro preventivo d'urgenza di 800 tonnellate di concentrato di pomodoro di origine egiziana che veniva spacciato per italiano e che conteneva pesticidi oltre le soglie consentite. Dalle indagini è emerso inoltre che non e

Assunta la figlia dell'impiegato Inps in cambio di soffiate sui controlli

Dopo il sequestro sono partite le indagini dei Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare di Salerno, coordinate dall'ufficio inquirente guidato dal procuratore Antonio Centore che hanno portato alla luce il comportamento spregiudicato che aveva consentito alla ditta di evadere i controlli che periodicamente vengono eseguiti dai Carabinieri per garantire la sicurezza alimentare dei prodotti. I due soci venivano infatti informati in anticipo sulle date di controllo dei prodotti, da un funzionario pubblico responsabile dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e per la repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari di Salerno (ICQRF).

In cambio, secondo la Procura, il funzionario - che ora è indagato per rivelazione di segreto d'ufficio - avrebbe ottenuto l'assunzione della figlia nella ditta e un incarico di lavoro nell'azienda una volta andato in pensione. 

 

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Il Gazzettino