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Era la sera del 1 novembre 2007. Meredith era una studentessa inglese, fu trovata senza vita nella casa che condivideva con la studentessa americana Amanda Knox. Aveva la gola tagliata. Furono arrestati Amanda Knox e Raffaele Sollecito, poi assolti in Cassazione quasi dieci anni dopo. L'ivoriano Rudy Guede, dopo la scelta del rito abbreviato, è stato condannato a 16 anni di carcere per violenza sessuale e concorso in omicidio. E' l'unico condannato ma lui, ancora oggi, si dichiara innocente. Dopo 13 anni in carcere, oggi è un uomo libero.
L'amico suicida in carcere
Tredici anni di carcere, tra Perugia e Viterbo, lo hanno trasformato, racconta al settimanale 7 del Corriere della Sera. In carcere si è diplomato, poi laureato.
Cosa accadde quella notte
Ma cosa accadde davvero la notte dell'omicidio di Meredith? Era il novembre 2007. La versione di Rudy è sempre la stessa. Era salito da Meredith, stavano per avere un rapporto sessuale, si fermarono per mancanza di preservativo, Rudy andò in bagno, accese l'Ipod, poi sentì delle grida, uscì dal bagno e si trovò di fronte Meredith ferita. Vide poi un uomo con un bisturi, Amanda Knox e una figura maschile sul vialetto di casa che dicevano: "Andiamo via che c'è un negro". Poi se ne andò. «La paura ha preso il sopravvento e sono scappato come un vigliacco lasciando Mez forse ancora viva. Di questo non finirò mai di pentirmi», ripete. «Non passa giorno che non le dedichi un pensiero. E' un macigno nell'anima, sarà così finché vivrò. Ho scritto ai suoi familiari ma non mi hanno risposto».
Cosa fa oggi
Oggi Rudy vive a Viterbo, è fidanzato. La mattina lavora alla biblioteca del centro studi criminologici. La sera cameriere in un ristorante. «In casa soffoco, mi ricorda il carcere, resto fuori anche se piove», racconta. Dopo il carcere, si è fatto due tatuaggi: un'ala e un sole, simbolo di libertà, e la scritta buddista Bodhisattva, l'essere vivente che aspira alla reincarnazione attraverso la compassione.
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Il Gazzettino