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Ora vive nel Paese «più felice del mondo», un Paese tra l’altro è appena entrato nella Nato, e di tornare a Bari non ci pensa proprio, se non per riabbracciare la famiglia e trascorrere qualche giorno di vacanza. Rossella Greco ha 33 anni, è una ricercatrice in chimica ed è uno dei tanti “cervelli in fuga”: da oltre un anno e mezzo si è trasferita con il marito a Oulu, in Finlandia, dove ha avuto chance professionali che in Puglia non ha mai avuto. La sua storia fa effetto se si pensa che da ormai due anni si parla di Bari come la nuova Silicon Valley, decine di multinazionali hanno aperto sedi nel capoluogo e Università e Politecnico hanno intrapreso un percorso certamente di crescita e maggiore visibilità fuori dai confini regionali. Eppure… eppure c’è ancora di come Rossella la “fortuna” la trova all’estero, lontano da casa perché qui la meritocrazia, come ci racconta, è un percorso ad ostacoli. «Andare via è stata una mia scelta – ci dice - ma costretta dall’assenza di altre possibilità e per rispetto di me stessa. Sono stata chiamata “stupida” diverse volte, venivamo chiamati al telefono fisso dell’ufficio alle 8 e alle 20 per verificare se qualcuno fosse lì. Questa non era vita. Il rispetto deve esistere in tutti i campi, io non ero d’accordo sull’idolatrare una persona solo perché era un professore». Così la decisione di trasferirsi, prima tappa la Spagna per un dottorato. «Sono andata all’estero – racconta - perché tanto stare al Nord tanto stare a Valencia, serve sempre un aereo. Ho preferito fare un’esperienza più completa. Sono una ricercatrice post-dottorale in scienze dei materiali con applicazione in fotocatalisi».
La storia
Dopo Valencia ecco la scelta della Finlandia. «Dopo il dottorato – spiega – ho cercato un progetto di ricerca che mi permettesse di lavorare e allo stesso tempo di vivere serenamente, ho guardato alla qualità della vita». La Puglia e l’Italia sono state “scartate subito”. E ora? «La mia giornata comincia abbastanza presto – prosegue - sveglia alle sei e mezza, colazione, passeggiata con il cane e bus per l’università. Comincio alle 8.15 e finisco intorno alle 17-18, dipende un po’ dagli esperimenti.
Perché in Finaldia?
«Purtroppo – ci risponde - non vivo a Bari da sei anni, quindi mi sono persa le ultime novità, ma posso assicurare che prima di venire qui ho cercato offerte a Bari e come chimica in aziende non ho trovato nulla. Ci ho provato perché non volevo darmi completamente per sconfitta. Considerando il trattamento che si riserva in generale in Italia a chi lavora in ricerca, penso che se dovessi decidere di rientrare lo farei, forse, dopo la pensione».
Un’amara considerazione che, però, è giustificata dall’attuale esperienza finlandese: «Non so se sia il Paese più felice al mondo – ammette - ma certamente offre tante opportunità. Ho scelto la Finlandia anche per questo, io sono arrivata qui già con un contratto, ad esempio, mio marito no. Ma queste nazioni ti aiutano a immetterti nel mondo del lavoro senza troppe difficoltà. Lui ha ricevuto una sorta di “reddito di cittadinanza” per circa due mesi ma nel frattempo è stato aiutato a trovare una occupazione. E adesso lavora da un anno e qualche mese senza nessuna sosta. Stiamo già pensando di comprare casa». Certo, «non è stato facile andare via e lasciare le nostre famiglie, ci mancano tantissimo cosi come ci manca il cibo italiano (sorride,ndr). Però, è una scelta che rifaremmo. Oggi – conclude - mi sento una persona più ricca spiritualmente e vogliamo stabilirci qui. Non si può girare di continuo se si vuole creare qualcosa, però uno dei nostri sogni sarebbe quello di comprare una casetta alle Canarie e trasferirci lì».
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Il Gazzettino