Da eroe in divisa, capace di rischiare la vita per fermare quattro borseggiatrici all'opera nella metropolitana, a imputata in un processo penale che l'ha vista condannata...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La storia L'imputata, che in passato era stata al centro dell'attenzione mediatica anche per aver multato un deputato del Pdl, è stata condannata per un episodio risalente all'undici giugno del 2010. In divisa, pochi minuti prima di entrare in servizio, la vigilessa del primo gruppo capitolino, si sarebbe impossessata di due borse contraffatte esposte in vendita da un commerciante abusivo nelle immediate vicinanze della stazione metropolitana di piazza di Spagna. Un episodio avvenuto sotto gli occhi di due carabinieri che si trovavano a pattugliare sul luogo, ma che non sarebbero intervenuti immediatamente a dirimere la questione. L'imputata, infatti, avrebbe raggiunto a piedi la vicina Ambasciata Spagnola presso la Santa Sede, e lì avrebbe lasciato in custodia le borse agli agenti di guardia. Solamente dopo essere uscita dalla sede diplomatica, i due militari in borghese l'avrebbero fermata per assicurarla alla giustizia. Sorpresa, la vigilessa si sarebbe difesa sostenendo di aver proceduto ad un normale sequestro e di non aver redatto il relativo verbale per poter eseguire immediatamente un altro intervento, di diversa natura. La stessa imputata, avrebbe poi affermato di aver comunque comunicato il sequestro via radio. Versione che però non è stata evidentemente ritenuta veritiera dal collegio giudicante. Solo nell'agosto di questo stesso anno, Claudia Macrì si era distinta per un’operazione portata a termine nei confronti di quattro rom, sorpresi a fumare e a borseggiare i passeggeri della linea A della metropolitana. In quell'occasione la vigilessa, fu aggredita e finì in ospedale per le lesioni riportate.
La difesa Precedentemente, nell'aprile del 2012, malgrado le minacce ricevute, la stessa vigilessa, integerrima, multò un onorevole per un'infrazione al codice della strada. «L'innocenza della mia assistita - ha dichiarato l'avvocato Paolo Gallinelli, difensore di Claudia Macrì - emerge dalle registrazioni delle comunicazioni radio con il comando dei vigili, che dimostrano come il sequestro fosse stato notificato prima dell'intervento dei carabinieri». L'imputata, malgrado la richiesta di condanna da parte del pubblico ministero, è stata assolta dalle accuse che riguardavano episodi di concussione precedenti all'episodio dell'undici giugno. «Credo nelle sentenze del tribunale e le rispetto - ha proseguito l'avvocato Gallinelli - ma credo ancora di più in quelle della Corte d'Appello». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino