Intrappolate nell'ascensore per tre giorni: due suore liberate dai carabinieri

Intrappolate nell'ascensore per tre giorni: due suore liberate dai carabinieri
Sono rimaste chiuse in ascensore per tre giorni. Senza cibo né acqua. Protagoniste due suore, di 58 e 68 anni, una irlandese l’altra neozelandese, ospiti della Casa Suore...

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Sono rimaste chiuse in ascensore per tre giorni. Senza cibo né acqua. Protagoniste due suore, di 58 e 68 anni, una irlandese l’altra neozelandese, ospiti della Casa Suore Mariste di via Aurelia 292, un istituto che accoglie temporaneamente le religiose in partenza e in arrivo dalle missioni sparse per il mondo.




Ad accorgersi di loro e dell’impiccio è stata la donna di servizio arrivata stamattina presto, che ha allertato i carabinieri. Un militare della pattuglia della stazione San Pietro le ha salvate. Le due donne visibilmente scosse, disidratate, ma comunque in buone condizioni di salute, sono state ricoverate all’ospedale San Carlo di Nancy situato proprio in via Aurelia.



Le religiose erano arrivate nell’istituto qualche giorno prima. Ma venerdì, mentre scendevano al piano terra, l’ascensore si era bloccato. Inutili i tentativi di chiedere aiuto, perché l’edificio era completamente vuoto e nessuno sentiva le loro invocazioni. Ed essendo entrambe sprovviste di telefonino non è stato possibile nemmeno chiamare aiuto. E così alle due suore non è rimasto che attendere l’arrivo di qualcuno. Ci sono voluti tre giorni prima che un'anima pia si affacciasse al portone.



La domestica è arrivata di buon ora per le consuete pulizie delle stanze. Nonostante l’insistenza al campanello nessuno le ha aperto. Non ottenendo risposta, la donna allarmata ha deciso di chiamare i carabinieri. I militari sono riusciti ad entrare grazie ad un mazzo di chiavi tenuto da un altro istituto religioso vicino. «C’è qualcuno», ha urlato il brigadiere dal basso mentre il collega saliva le scale. E con un flebile filo di voce appeso alla speranza le suore hanno risposto: «Si, siamo qui, nell'ascensore».



E senza aspettare i vigili del fuoco il capopattuglia ha staccato la luce e attivato le procedure d'emergenza per riportarlo al piano. Una volta uscite, le religiose, hanno ringraziato i due carabinieri, prima di salire sull’ambulanza, spiegando di aver «pregato tanto». E alla fine i loro angeli custodi sono arrivati.
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Il Gazzettino