Roma, arrestato stupratore seriale di prostitute: dal 2016 terrorizzava le sue vittime

Il modus operandi era sempre lo stesso: adescava le sue vittime, principalmente romene, per strada, le portava a diversi chilometri di distanza dal centro di Roma,...

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Il modus operandi era sempre lo stesso: adescava le sue vittime, principalmente romene, per strada, le portava a diversi chilometri di distanza dal centro di Roma, abusava di loro e le derubava dei loro guadagni, abbandonandole in aperta campagna. N. D, 42 anni, italiano, è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Campagnano di Roma, per violenza sessuale e rapina nei confronti di tre donne che si prostituivano.




 
Le indagini sono partite dalla denuncia di una delle vittime, convinta dalla amica che aveva subito la stessa violenza dalla stessa persona. Entrambe erano state portate in aree isolate distanti dalla capitale ed erano state costrette ad avere rapporti non protetti (nonostante la ferma resistenza delle donne). Entrambe erano state poi rapinate ed abbandonate sul ciglio della strada. È proprio qui, a pochi passi dal comune di Campagnano di Roma, che una pattuglia di carabinieri ritrova in stato di shock una delle vittime e attiva il "protocollo rosa", una serie di procedure che ha permesso di portare la donna all'ospedale San Filippo Neri e individuare e prelevare rapidamente le tracce biologiche che l'ignoto violentatore aveva lasciato sugli abiti della ragazza. 

Dal 2016 al 2019 l'uomo era rimasto impunito e aveva continuato indisturbato ad agire allo stesso modo. Fondamentali sono state alcune foto scattate di nascosto con lo smartphone all'aggressore  da parte di una delle due donne abusate. Grazie a questo prezioso elemento, i carabinieri hanno riconosciuto lo stupratore mentre si aggirava con la stessa automobile nella zona in cui diverse straniere si prostituivamo. Le foto e l'analisi del DNA effettuata dal Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma hanno permesso di risolvere anche un altro caso di violenza risalente al 2016 nel comue di Monterosi, in provincia di Viterbo, rimasto finora irrisolto, che aveva come protagonosta ancora una volta lo stesso 42enne. 

Sono tuttora in corso le indagini che potrebbero far emergere eventuali ulteriori delitti analoghi commessi dall'uomo. La Procura di Tivoli sottolinea come «l’azione congiunta delle istituzioni, la costante attenzione ad una seria formazione delle Forze dell’ordine unita alla professionalità dei magistrati della Procura di Tivoli rispetto ai reati di violenza contro le donne, con una particolare cura nei confronti delle vittime più vulnerabili, oltre che il coraggio e la scelta delle vittime di denunciare e di rivolgersi alle istituzioni, ha consentito di acquisire elementi per interrompere l’attività criminosa dell’indagato attraverso l’applicazione della misura cautelare.

Ci si augura che l’esempio costituito dalle donne che hanno denunciato venga seguito da altre che hanno subìto analoghe violenze.» Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino