I pugni sbattuti con violenza sulla porta di casa. Il soffitto picchiato con la scopa per manifestare il proprio disappunto al minimo rumore. E le minacce verbali. A tutte le ore,...
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Da Gianni Alemanno, ex inquilino del palazzo, fino al giornalista Marco Piccaluga. La presenza di molte personalità fra gli abitanti del palazzo ai Parioli era valsa alla donna il soprannome di "stalker dei vip". I fatti contestati, in questo nuovo processo, che si è chiuso questa mattina con rito abbreviato di fronte al gup, partono dall'agosto del 2016, quando Antonia, al termine del provvedimento cautelare che le imponeva il divieto di dimora a Roma, aveva fatto rientro nella sua casa. Non cambiando, però, le sue abitudini battagliere. A denunciarla sono stati gli stessi inquilini che già in passato l'avevano querelata: il giornalista Piccaluga e la nipote della Mannoia, che avrebbe messo di nuovo nero su bianco i comportamenti persecutori della donna, che le avrebbero procurato «un perdurante stato di ansia», come si legge nel capo di imputazione.
Come nei precedenti processi, Antonia C., assistita dall'avvocato Efisio Figus Diaz, si è difesa minimizzando le accuse nei suoi confronti avanzate dalla nipote della cantante (nel caso di Piccaluga la donna è stata prosciolta da ogni accusa).
Il Gazzettino