Rapinato in casa l'ex comandante GdF: «Ore di arancia meccanica»

L'ex comandante della Guardia di finanza, Roberto Speciale
«Due ore e venti di arancia meccanica. Sapevano chi ero, mi chiamavano per nome. Probabile che qualcuno li abbia informati. In 50 anni di carriera ne ho passate di peggio sono...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Due ore e venti di arancia meccanica. Sapevano chi ero, mi chiamavano per nome. Probabile che qualcuno li abbia informati. In 50 anni di carriera ne ho passate di peggio sono stato in Afghanistan, nel Kosovo, in Libano. Le ho viste tutte, però questa non l'avevo messa in conto: questo tipo di violenza è indescrivibile». Così Roberto Speciale, ex comandante della Guardia di Finanza racconta la rapina subita ieri sera nella villa all'Infernetto dove vive con la moglie.






«Ero rientrato a piedi alle 20.10 - racconta Speciale - stavo per aprire la porta d'ingresso quando mi hanno tappato la bocca. All'inizio ho tentato di reagire, ma erano in tre con una pistola: una scacciacani probabilmente. Mia moglie era in casa. Ci hanno legato polsi e caviglie con delle fascette da elettricista. Prima di andare via ci hanno tolto le fascette e ci hanno legati con le mie cravatte alle poltrone. Mi hanno vuotato casa: hanno preso le medaglie ricevute in 50 anni di carriera, i gioielli di mia moglie, l'argenteria, hanno svuotato la cassaforte, preso 5mila euro che avevo in tasca per pagare delle spese. Hanno riempito la macchina di mia moglie e sono scappati. Pure il cane, un pincher, volevano portare via. Erano ragazzi tra i 20 e i 30 anni molto probabilmente albanesi. Avevano guanti e passamontagna, jeans, scarpe da ginnastica, giubbotto: divisa classica. Il capo, l'unico che parlava, aveva gli occhi azzurri e ci diceva di stare tranquilli altrimenti ci avrebbero fatto male. Io indossavo un anello e la fede, si è preso l'anello e mi ha lasciato la fede».



«In 20 anni che viviamo qui - aggiunge Speciale - non era successo mai niente. Da due anni stanno iniziando questi furti. Nessuno ha sentito niente, pioveva. La gente la sera ha paura si chiude in casa. Siamo corazzati, ci difendiamo con sbarre, allarmi, ma questi scavalcano e ti aspettano dentro il giardino. In casa non avevo armi, ma anche l'avessi avuta non avrei potuto far niente: mi hanno immobilizzato subito».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino