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«Mami ci sono due che mi stanno seguendo, ma non so chi sono, sto sulla via del cinese vicino casa, aiuto mami». L’ultimo messaggio lo ha inviato alla madre poco dopo l’uscita da scuola poi il telefono per diverse ore ha squillato a vuoto. Si è temuto il peggio perché Michele (lo chiameremo così) era scomparso nel nulla. Un ragazzo romano come tanti, nessun segno particolare né storie di degrado o criminalità alle spalle. La sua famiglia è una famiglia come molte ne esistono: due genitori che lavorano, una sorella che va anche lei a scuola. Eppure Michele, nel primo pomeriggio del 27 febbraio, è stato rapito da almeno due uomini che lo hanno caricato in un’auto, sedato e abbandonato poi nella cantina di un complesso residenziale del Trullo, a quasi quattro chilometri di distanza dal posto in cui era stato visto per l’ultima volta.
L'ipotesi scambio di persona
Sul caso indagano ora gli agenti di polizia del commissariato Monteverde che stanno cercando elementi utili a chiarire la dinamica e soprattutto il movente di un rapimento misterioso. Potrebbe essere stato uno scambio di persona o ancora peggio, il sequestro di un minore “prescelto” da una coppia di sbandati chissà per quali finalità.
La dinamica
Partiamo dalla dinamica: la campanella della scuola che Michele frequenta suona puntuale a chiudere le lezioni della giornata. Il ragazzo esce dall’istituto, qualche chiacchiera con i compagni, i programmi del pomeriggio fino ai saluti con la promessa di sentirsi più tardi e vedersi poi l’indomani in classe. Il 15enne accompagna un suo amico a casa e prosegue verso la sua ma a un certo punto si rende conto di esser seguito da una coppia di uomini che l’ha puntato.
Il messaggio alla madre
Si spaventa e così scrive un messaggio alla madre confidandole la paura e provando a chiedere aiuto. Poi uno dei due uomini lo afferra e lo trascina di forza dentro un’auto. Qui il ragazzo, in base a quanto poi racconterà agli agenti di Monteverde, viene costretto a bere qualcosa e dopo poco sviene ma prima di perdere conoscenza riesce solo a sentire uno dei due aggressori proferire la frase: «È solo un ragazzino».
I soccorsi
I genitori, intanto, dopo quello strano messaggio ricevuto dal figlio iniziano a cercarlo ma lui non risponde al telefono. Così si rivolgono ai soccorsi e riescono alla fine a parlare con Michele che non era stato rapinato. In tasca aveva ancora il cellulare e quando riesce a calmarsi, trova la forza di chiedere a sua volta aiuto telefonando alla madre e i genitori arrivano così con la polizia in via Francesco D’Alessio e lo trovano. Il ragazzino piange, è dolorante e viene trasportato dal 118 in codice giallo all’ospedale San Camillo dove sarà sottoposto a una lunga serie di analisi e controlli.
La cantina
La cantina in cui era stato abbandonato, quando ancora era privo di conoscenza, risulterà intestata a un uomo che però non abita nel palazzo e che a sua volta era stato avvisato del fatto dall’anziana sorella, residente al suo posto in via D’Alessio. Quasi certamente quella cantina, di fatto aperta e facilmente agibile anche agli estranei da un giardino condominiale, è stata scelta a caso dalla coppia di malviventi. Ma resta ancora da capire il perché un ragazzino di 15 anni è stato sequestrato all’uscita da scuola dopo essere stato seguito. La polizia sta passando al setaccio le conoscenze del ragazzo e il suo entourage amicale perché non si può escludere, anche se al momento è l’ipotesi meno probabile, una sorta di ritorsione per dei dissidi fra adolescenti. Analogamente, si stanno accertando anche le conoscenze e le posizioni dei genitori per escludere altresì che il rapimento “lampo” di Michele sia da ricondurre a loro. Il ragazzino sarà ascoltato nuovamente anche perché nell’immediatezza dei soccorsi non è riuscito a dire molto. Le indagini sono solo all’inizio.
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