Raggi, caos dimissioni: in Comune lasciano in 5

ROMA La fuga dal Campidoglio parte in piena notte. Quando Virginia Raggi, con un post su Facebook, annuncia l'intenzione di revocare l'incarico di capo di Gabinetto a...

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ROMA La fuga dal Campidoglio parte in piena notte. Quando Virginia Raggi, con un post su Facebook, annuncia l'intenzione di revocare l'incarico di capo di Gabinetto a Carla Romana Raineri: una nomina che aveva creato polemiche con la base dei Cinque stelle per lo stipendio (193 mila euro annui), ma anche tensioni tra le diverse anime del M5s. La notizia, anticipata ieri dal Messaggero, crea un imprevedibile effetto domino: in mattinata vengono annunciate le dimissioni «irrevocabili» di Raineri - che diffida chiunque avanzi l'ipotesi che le sue dimissioni siano legate ad eventuali riduzioni dei suoi compensi - e di Marcello Minenna, assessore al bilancio e uomo chiave della giunta capitolina, sponsorizzato proprio dall'ormai ex capo di Gabinetto. «Ho servito lo Stato anche stavolta, come sempre», spiega l'uomo venuto dalla Consob, che lascia in polemica con il raggio magico che aveva deciso di defenestrare Raineri. La collaborazione tra i due si era consolidata già nella segreteria tecnica dell'ex commissario straordinario del Comune di Roma, Francesco Paolo Tronca.


LE AZIENDE
Come se non bastasse, ad alimentare il caos romano arrivano in sequenza altre tre dimissioni pesanti. Per primi lasciano i vertici dell'Atac (la municipalizzata dei trasporti) - l'amministratore unico Armando Brandolese e il direttore generale Marco Rettighieri - dopo giorni di polemiche col Campidoglio, tacciato di «ingerenze e intromissioni». Poi tocca ad Alessandro Solidoro, amministratore unico di Ama, arrivato da meno di un mese alla guida dell'azienda dei rifiuti e fedelissimo di Minenna, che «ha ritenuto venute meno le condizioni per l'incarico affidatogli».

LA REAZIONE

«Stiamo lavorando per individuare delle personalità di rilievo che possano contribuire al rilancio della città: non ci fermiamo», assicura la sindaca alla sua maggioranza, subito riunita a Palazzo Senatorio. «Tutti parlano di caos e di bufera, ma questo è solo l'inizio - dice il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, sponsor di Minenna - Chi pensava che governare Roma sarebbe stata una passeggiata si sbagliava. Ci siamo fatti tanti nemici». Il parlamentare di punta del M5s assicura: «Governeremo Roma». Ma il clima è tutt'altro che sereno: stupore tra i consiglieri, voci di dissidi interni a pezzi dell'amministrazione capitolina, gelo nel mindirettorio a 5 Stelle. C'è preoccupazione nelle stanze del Campidoglio e nella base pentastellata, in fermento. Sulla nomina di Carla Raineri arriva anche un esposto depositato ieri da Fratelli d'Italia. Per il capogruppo Fdi Fabrizio Ghera, che ha firmato l'esposto con Andrea De Priamo, sulla nomina di Raineri «scegliendo l'articolo 110 del Tuel hanno eluso due requisiti importanti della norma: il primo, accertarsi che all'interno dell'amministrazione nessuno avesse i requisiti richiesti; il secondo, bandire un avviso pubblico». E il Pd parte all'attacco: «Dopo neanche due mesi e mezzo, Virginia è già al capolinea». Votate all'understatement le parole di Matteo Renzi: «Rispetto il lavoro del sindaco, ha vinto lei, a lei onori e oneri, non metto bocca sulla squadra, chi vince ha la responsabilità e il dovere di governare». Parole identiche spese anche per l'allora sindaco Ignazio Marino, che dopo pochi giorni vide la sua giunta cadere. Raggi resiste, ma a neanche tre mesi dalla sua elezione deve già subire il primo scossone.
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Il Gazzettino