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Prima la lite tra spintoni e botte. Poi l'arma, un coltello, che affonda e uccide. Ancora una violenta aggressione nella Capitale: ieri sera intorno alle 18,30 l'allarme è scattato in via Anastasio II, nel piazzale di accesso alla stazione Valle Aurelia. A chiamare i soccorsi sono stati i passanti quando hanno visto l'uomo accasciato a terra in una pozza di sangue. In una manciata di minuti sono così arrivati i sanitari del 118. Ma nonostante i ripetuti tentativi di salvargli la vita non c'è stato nulla da fare: Michael Lee, 50enne straniero di origini filippine da tempo in Italia, è deceduto alle 18.48. A ucciderlo, da un primo esame esterno, è stata una coltellata all'addome. Sul caso indagano gli investigatori della Squadra Mobile ora a caccia dell'assassino. Sul posto è intervenuta anche una squadra della polizia Scientifica: gli agenti hanno proceduto con il sequestro del piazzale dove si è consumato il delitto e quindi hanno proceduto con i rilievi scientifici.
L'AGGRESSIONE
Gli investigatori hanno raccolto intanto i racconti dei passanti, diventati testimoni della lite. Da quanto ricostruito la lite sarebbe scoppiata prima tra un gruppo di persone, due uomini e due donne, che si è poi allontanato. La vittima sarebbe rimasta faccia a faccia con il suo assassino che al culmine della discussione avrebbe estratto il coltello ferendolo mortalmente. Un colpo secco all'addome. E mentre Michael Lee si accasciava a terra, il killer fuggiva via. «Abbiamo sentito delle grida, poi due uomini che hanno iniziato a spintonarsi fino a quando uno è caduto a terra e l'altro è scappato via. Erano tutti stranieri, tutti filippini. Anche l'uomo armato di coltello. È accaduto tutto in pochissimi istanti non abbiamo potuto fare nulla per quel poveretto» hanno riferito i testimoni ancora sotto choc ai poliziotti.
Alcuni testimoni avrebbero riferito inoltre di aver visto l'assassino imboccare le scale della stazione.
LE INDAGINI
Le indagini si stanno intanto concentrando sulle conoscenze della vittima. Dalle prime informazioni Michael Lee sarebbe nato a Firenze e per motivi di lavoro si sarebbe trasferito nella Capitale dove viveva già da tempo. È stato quindi sequestrato anche il suo cellulare: l'obbiettivo è accertare dai tabulati telefonici e dalla messaggeria se il 50enne ieri nel tardo pomeriggio avesse fissato un appuntamento, forse con il suo assassino. Ma nessuna ipotesi è esclusa per i poliziotti e le ricerche si stanno già allargando. Già da ieri sera sono state sequestrate le immagini di video sorveglianza della stazione e delle strade limitrofe. Gli agenti stanno visionando i fotogrammi a caccia di indizi per risalire all'identità del fuggitivo e dei complici.
IL PRECEDENTE
Ancora una violenta aggressione nelle vicinanze di una stazione: il 5 febbraio l'allarme era scattato in via Giolitti, a una manciata di metri dalla stazione Termini. La vittima, Arturo Luca Battisti, 46enne originario di Milano, era stato accoltellato da tre senza fissa dimora durante un tentativo di rapina: la banda era scappata via con un bottino di 20 euro. Prontamente soccorso, era arrivato in condizioni disperate al Policlinico Umberto I dove è rimasto ricoverato nel reparto di terapia intensiva per una settimana. Intanto i poliziotti avevano chiuso il cerchio intorno agli autori della rapina: tre stranieri di origini marocchine, senza fissa dimora, tra i 18 e i 40 anni. Sono stati arrestati poche ore dopo l'aggressione, individuati attraverso le immagini delle telecamere di video sorveglianza tra la stazione e via Giolitti. L'accusa per gli arrestati è di tentato omicidio in concorso e rapina aggravata: il pm Francesco Basentini aveva chiesto la convalida del fermo e la misura cautelare in carcere.
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Il Gazzettino