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Il comparto del turismo è in allarme per la mancanza di personale. A stagione ormai cominciata, il settore della ristorazione è ancora a caccia di figure per completare l’organico. All’appello mancano camerieri e baristi. E tra gli operatori c’è addirittura chi deve rinunciare ad offrire servizi ai turisti. E’ il caso del Clandestino Sushi Bar, a Portonovo di Ancona, dello chef stellato Moreno Cedroni che è stato costretto a non prevedere il servizio di colazione ed aperitivo a causa della mancanza di figure da inserire in quelle mansioni. Tanto che sul profilo dello chef, alcuni giorni fa, è comparso un nuovo annuncio di recruiting. Un gap che sembra molto difficile da colmare, in una stagione ormai avviata.
«E’ un vero problema - ammette Cedroni - anche perché chi era alla ricerca di un lavoro stagionale l’ha già trovato». Quindi è quanto mai probabile che le figure ancora mancanti rimarranno scoperte, a meno di new entry dell’ultimo momento. Ma a discapito di standard qualitativi e di esperienza professionale. Il nodo A maggio inoltrato, non è raro incappare in cartelli affissi all’esterno di bar e ristoranti in cui si annuncia la ricerca di personale. Ma a questo punto la domanda è lecita: è un problema di stipendi? «Non penso proprio - assicura lo chef -, gli stipendi sono esattamente quelli previsti dal contratto nazionale del lavoro per il settore della ristorazione: circa 1.600 euro mensili per un cameriere, fino ai 1.800 euro per un maitre. Quaranta ore settimanali e giorno libero».
E’, allora, una questione di volontà? «Forse oggi si pensa di più alla qualità della vita - commenta Cedroni -. Probabilmente, dovendo fare una scelta, si tende ad escludere lavori in cui è richiesto un impegno che copre anche le ore serali».
Una chiosa, poi, la dedica a chi punta il dito contro il reddito di cittadinanza: «Secondo una ricerca dell’Ires Cgil Marche, al 31 dicembre 2021, i percettori di questa misura che risultano occupabili sono 8.400, quelli fino a 29 anni sono circa 1.500. Dunque, stiamo parlando di numeri irrisori rispetto a quella che è la domanda degli imprenditori». Eppure una questione lavoro c’è: «Mi ritengo fortunato perché l’80% del personale dello scorso anno è stato confermato - osserva Filippo Borioni, titolare dei Bagni 77 di Senigallia - grazie anche ad un ambiente di lavoro sano. Tuttavia, è anche vero che, per quel 20% mancante, stiamo facendo molta fatica. La difficoltà sta soprattutto nel trovare personale formato». Parole a cui fanno eco quelle di Marco Calvaresi, titolare del ristorante Il pescatore, sul lungomare di San Benedetto: «La questione non è tanto trovare il personale, ma trovarlo qualificato, soprattutto nella nostra città, che è diventata capitale del food» E aggiunge: «Quando sento parlare di sfruttamento nel settore turistico, mi fa male. Ho iniziato a lavorare a 14 anni per 80 mila lire al mese: non è sfruttamento, ma rodaggio, ed io così ho trovato la mia strada».
Il Gazzettino