Ricche mazzette per protesi scadenti, nuovo scandalo sanità in Lombardia: tre arresti

Ricche mazzette per protesi scadenti, nuovo scandalo sanità in Lombardia: tre arresti
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Denaro, regali, viaggi e biglietti aerei, assunzioni o contributi mensili fino a 300 euro. Il tutto in cambio di favori e di una buona parola per acquistare «protesi di bassa qualità», che chirurghi compiacenti utilizzavano in diverse case di cura e ospedali, tra cui il Policlinico di Monza, che si dichiara estraneo alla vicenda. In alcuni casi anche il numero degli interventi veniva gonfiato. Sono le accuse che la procura di Monza muove a 21 medici coinvolti nell'ultima inchiesta sulle tangenti nella sanità lombarda.


A finire in carcere sono stati in 12, tra cui 3 chirurghi specialisti. Per altri nove - 6 specialisti e 3 medici di base - sono scattati i domiciliari. Coinvolti anche 6 medici di base, sospesi dall'esercizio dell'attività in convenzione con il Servizio sanitario. Le manette sono scattate anche per il responsabile commerciale e un agente di zona della società Ceraver, che produce protesi, e anche l'azienda è stata indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.

I magistrati parlano di associazione per delinquere, corruzione e falso in atto pubblico. L'indagine - nata dalla denuncia di un dipendente del Policlinico di Monza - ha messo a nudo il meccanismo creato tra il 2014 al 2017 dai rappresentanti della Ceraver con l'aiuto di ortopedici e dei medici di base che avrebbero contribuito a reclutare pazienti, soprattutto anziani, da sottoporre a operazioni anche non necessarie. Per ogni protesi impiantata, del valore di 1500-2000 euro, i medici ottenevano una stecca che andava dagli 80 ai 100 euro. E poco importava se si trattava di materiale scadente, che faceva «veramente cagare», come ammettono in un intercettazione due degli arrestati. L'obiettivo per tutti era quello di fare più operazioni possibile. «Punto di mettertene come minimo almeno 6 o 8 protesi al mese», diceva al telefono uno di loro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino