Dopo aver attaccato a fondo l'Unione Europea e l'asse franco-tedesco venerdì sera, al termine del vertice di Bratislava, ieri il premier Matteo Renzi ha rincarato...
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Renzi si riferisce in particolare all'assenza nel documento finale di accenni alle proposte italiane concentrate nel cosiddetto Immigration Compact, ovvero all'idea di indirizzare aiuti europei ad alcuni Stati africani in cambio di una significativa riduzione del loro flusso migratorio.
IL FRONTE DEI CONTI PUBBLICI
Il premier ha meglio specificato anche una serie di critiche all'Europa sul fronte economico. «Io sono tranquillo, non sono polemico, non ho litigato, non ho buttato il cappello per aria né scompigliato niente - ha spiegato Renzi ai microfoni dell'emittente Rtv38 - Ma visto che ci siamo presi l'impegno del vertice di Roma nel marzo del 2017, io davanti ai miei connazionali la figuraccia non la faccio. O portano risultati concreti o amici come prima».
E che Renzi pensi ad un allentamento dei vincoli europei sulla spesa lo si capisce da quest'altra frase: «C'è stato un terremoto - ha aggiunto - Tutti a dire che bisogna essere uniti nella ricostruzione, e poi che si fa? Si bloccano i soldi per le scuole che devono fare l'adeguamento».
La reazione tedesca non si è fatta attendere ed è stata sobria ma altrettanto puntuta. «Rinviamo alla conferenza stampa della cancelliera Merkel a Bratislava dove ha descritto lo spirito di collaborazione di Bratislava», hanno riferito a Berlino ambienti di governo. Poi «c'è la roadmap con una vera e propria agenda - ha aggiunto seccamente la stessa fonte - che ieri è stata condivisa e concordata da tutti e 27 i paesi presenti». Insomma Berlino non nasconde la propria sorpresa per un Renzi che in sede di Conferenza avrebbe concordato unitariamente le prossime mosse con i partner europei per poi raccontare tutt'altro alla propria opinione pubblica.
Anche le reazioni italiane sono piovute come la grandine. Ancora ad altissima frequenza (dopo il traditore assegnato a Carlo Azeglio Ciampi) quelle del leader della Lega Matteo Salvini che ha detto: «Se Renzi facesse sul serio dovrebbe uscire dall'Europa». Da Forza Italia, invece, Renato Brunetta, Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo hanno accusato il premier di «puro tatticismo» perché «escluso dal duo franco-tedesco inscena uno strappo che non c'è».
E di manovra tattica parla anche un esponente di spicco del partito della Merkel. Gunther Krichbaum, presidente della Commissione Affari europei del parlamento tedesco. Intervistato dall'Ansa, ieri ha detto: «Renzi deve vincere un referendum sulla riforma costituzionale e capisco che ci sono Paesi che sono più impazienti. Ma il vertice informale di Bratislava è stato l'avvio di un lungo processo che può portare a risultati fondamentali per l'Ue e quindi sarebbe assurdo lasciarsi andare ad escalation per impazienza nella ricerca di risultati».
UN'IDEA DI EUROPA
I rapporti tra Italia e Germania, si dice sicuro Krichbaum, sono così buoni che lo spirito di Bratislava non eclisserà quello di Ventotene». Resta il fatto che Renzi pare intenzionato a tenere alto il tema dell'immigrazione. A dargli una mano sarà anche il tradizionale appuntamento settembrino dell'Onu, quest'anno fissato per domani e martedì. Il summit, convocato alla vigilia dell'Assemblea Generale, sarà dedicato proprio al fenomeno delle migrazioni. E' assai probabile che da New York Renzi rilanci il Migration Compact per rimettere nuovamente in evidenza le timidezze dell'Europa. Ad aprire la due giorni newyorkese di Renzi sarà, lunedì alle 10 del mattino, un panel organizzato dalla Clinton Global Initiative e moderato da Bill Clinton, dal titolo «Partnering for Global Prosperity».
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Il Gazzettino