Europa e riforme, il doppio fronte di Renzi: così batteremo la crisi

Il premier Matteo Renzi
Tra una partita a tennis e una a calcetto, tra una corsetta e un giro in bici, Matteo Renzi a Forte dei Marmi sta limando temi, strategie e timing della ripresa. Su due fronti. Il...

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Tra una partita a tennis e una a calcetto, tra una corsetta e un giro in bici, Matteo Renzi a Forte dei Marmi sta limando temi, strategie e timing della ripresa. Su due fronti. Il primo è interno, con il varo nel Consiglio dei ministri di venerdì prossimo della riforma delle giustizia civile. «Un intervento che vale un punto di Pil», dice il renziano Stefano Bonaccini. E con il via libera ai 14 provvedimenti inseriti nel decreto "sblocca-Italia", che dovranno mobilitare 40 miliardi già stanziati grazie a misure di semplificazione per la realizzazione di opere pubbliche. Dovrebbe slittare, invece, la riforma della scuola. Il governo, venerdì, probabilmente si limiterà a discutere le linee guida «per evitare di mettere troppa carne al fuoco», rinviando il varo del provvedimento alla settimana successiva.






L’altro fronte è europeo. Il 30 agosto si tiene a Bruxelles un Consiglio che Renzi definisce «decisivo». Non solo perché dovrebbe concludersi la lunga partita a Risiko delle nomine: in gioco c’è l’elezione di Federica Mogherini ad Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza. Ma anche perché «da questo vertice», argomenta Renzi, «dovrà arrivare una chiara assunzione di responsabilità europea». Con il passaggio da politiche di austerity che hanno condotto l’eurozona in recessione, a «politiche espansive, puntate alla crescita e all’occupazione».





Detto così sembrano le solite parole. Ma se davvero, grazie all’asse con il presidente francese Francois Hollande e a «una presa di consapevolezza» di Angela Merkel e dei Paesi del Nord Europa («anche loro alle prese con recessione o crescita zero»), Bruxelles deciderà di cambiare verso, «molte cose potrebbero cambiare». E’ infatti dal fronte europeo, con i conti italiani sempre più difficili da far tornare a causa del calo del Pil, che «potrebbe arrivare una boccata di ossigeno». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino