Renzi: «La flat tax toglie ai poveri per dare ai ricchi»

Renzi: «La flat tax toglie ai poveri per dare ai ricchi»
La flat tax «non ha le coperture, è contro la carta costituzionale, è la tassa dello sceriffo di Nottingham, toglie ai poveri per dare ai ricchi, fa pagare...

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La flat tax «non ha le coperture, è contro la carta costituzionale, è la tassa dello sceriffo di Nottingham, toglie ai poveri per dare ai ricchi, fa pagare meno tasse ai milionari Berlusconi e Grillo e toglie gli 80 euro al metalmeccanico». Lo ha detto Matteo Renzi a Controradio.


«Quelli che oggi ci dicono che abbiamo fatto poco, dovrebbero ricordarsi cosa abbiamo fatto in quattro anni. La situazione era devastante. L'Istat dava una disoccupazione al 13%, quella giovanile al 44%. Abbiamo dovuto ridurre questo gap e abbiamo dovuto cominciare a guardare alla quantità più che alla qualità. Ora dobbiamo pensare alla qualità, magari al fatto che il lavoro deve avere una paga minima oraria», ha sottolineato Renzi.

«Chi ha figli deve avere un aiuto in più, dobbiamo aiutare il ceto medio. Ma questo non è il reddito di cittadinanza, io ti dico: devi lavorare. Che senso ha dire diamo una paga a tutti anche se non lavorano come fanno i 5 Stelle», si è chiesto il segretario del Pd.

«Questa legge elettorale è la conseguenza del no al referendum del 4 dicembre. Dopo che abbiamo perso è evidente che siamo tornati a livello della prima Repubblica», ha proseguito Renzi convinto, però, che «non è una legge elettorale autolesionista per il Pd: abbiamo dovuto farla ma io non credo che la partita sia chiusa». Per Renzi, «la partita sui voti non si gioca soltanto sulle coalizioni. Spero e lavoro perché il Pd sia il primo gruppo parlamentare. Se questo avverrà dopo 5 marzo il Pd avrà le carte in mano». 

«Ci sono due populismi che mi lasciano molto perplesso. Da un lato la destra che è a trazione leghista, non è quella europea della Merkel: quella di Salvini è quella che andava ai comizi di Le Pen. Il M5s ha un'anima difficile da inquadrare ma è un movimento che su molte cose dice le stesse cose di Salvini. Sulla stessa idea di futuro del Paese hanno visione molto simile a quella della destra», ha detto ancora il segretario del Pd.

Quello del governo del presidente «è un tema che affascina D'Alema, a me affascina di più convincere gli italiani ad andare a votare il Pd. Le strategie del dopo sono quelle di cui D'Alema è appassionato», ha detto ancora Renzi. «L'ossessione dell'accordo con Berlusconi ce l'hanno gli altri», ha aggiunto.

«Ho proposto al ministro Padoan di candidarsi in Toscana, di candidarsi nel collegio di Siena, perché il Pd deve essere una squadra forte e autorevole ma anche perché con Pier Carlo abbiamo affrontato la questione bancaria in modo innovativo», ha poi confermato il segretario del Pd.


Renzi ha quindi spiegato che la decisione di candidare Padoan è anche una risposta alle critiche ricevute per quanto fatto nel settore dal suo Governo: «Nella vulgata è passato un resoconto mediatico superficiale. Noi non abbiamo salvato le banche ma migliaia e migliaia di correntisti», ha aggiunto il segretario del Pd. «Rivendicare con grande forza questa decisione e rivendicarlo nella città simbolo di uno dei grandi scandali bancari del passato - ha concluso Renzi riferendosi alla proposta di candidare Padoan a Siena - credo sarebbe una bella cosa». 


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Il Gazzettino