Lanciato e accolto il guanto della sfida, Luigi Di Maio e Matteo Renzi trattano per la scelta del terreno del confronto televisivo in programma martedì 7 novembre Il leader...
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Per Renzi, infatti, la sfida lanciata dal candidato premier è un’occasione ghiotta. Per diversi motivi. Perché gli permetterà di mettere la sordina l’annunciata batosta alle elezioni siciliane di domenica. Perché già da lunedì di comincerà a parlare del big match in tv piuttosto che delle polemiche interne. E soprattutto perché Di Maio, scegliendo Renzi, ha rilanciato di fatto la sua leadership dell’area del centrosinistra. Leadership (intesa come candidatura a premier) che già dentro (Andrea Orlando) e fuori dal Pd (tutti i potenziali alleati) viene messa in discussione.
Non a caso nello stato maggiore grillino serpeggia più di una perplessità riguardo alla scelta di Di Maio di sfidare il segretario del Pd. Per alcuni cinquestelle in questo modo il candidato del Movimento rischia di resuscitare Renzi, invece di dargli il colpo di grazia. E c’è chi sostiene che Di Maio si sia fatto trascinare da un sussulto di vanità e dalla voglia di dribblare lo scontro in tv con Maria Elena Boschi su Banca Etruria. Di certo la mossa non appare azzeccata secondo le regole della comunicazione politica: chi guida nei sondaggi non concede confronti tv a chi insegue. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino