Espulso tunisino in contatto con Amri, Renzi: prevenzione fondamentale

«Fa notizia l'albero che cade, sempre. Ma non fa notizia la foresta che cresce. Sui giornali è uscita la notizia dell'espulsione di un 37enne tunisino, Hisham...

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«Fa notizia l'albero che cade, sempre. Ma non fa notizia la foresta che cresce. Sui giornali è uscita la notizia dell'espulsione di un 37enne tunisino, Hisham Alhaabi, che era molto collegato a Anis Amri, l'attentatore di Berlino, poi ucciso a Sesto San Giovanni dai nostri poliziotti. Vorrei che non parlassimo delle nostre forze di polizia solo quando ci sono problemi, ma che tutti insieme facessimo i complimenti a chi serve il nostro Paese indossando una divisa. E complimenti al ministro Minniti per la decisione: la prevenzione è fondamentale». Lo scrive su Facebook l'ex premier Matteo Renzi.


L'altro ieri, con provvedimento del ministro dell'Interno, Marco Minniti, è stata eseguita l'espulsione di un cittadino tunisino, per motivi di sicurezza, dalla frontiera aerea di Roma Fiumicino, con volo diretto a Tunisi. Si tratta di un 37enne, residente a Latina, che era stato segnalato nell'ambito degli approfondimenti investigativi avviati in seguito all'attentato compiuto a Berlino lo scorso 19 dicembre da Anis Amri. In particolare, l'uomo è risultato intestatario di un' utenza emersa tra i contatti intestati allo stesso Anis Amri.


Con questa espulsione, la 21/a del 2017 - riferisce il Viminale - salgono a 153 i soggetti gravitanti in ambienti dell'estremismo religioso espulsi con accompagnamento alla frontiera dal gennaio 2015 ad oggi. Il 37/enne tunisino espulso aveva aderito alla compagine «radicale» gravitante nella moschea di Latina opposta all'imam Arafa Rekhia Nesserelbaz di orientamento moderato. A seguito delle indagini svolte, il tunisino è risultato, altresì, intestatario di una utenza emersa tra i contatti intestati ad Anis Amri, quando quest'ultimo, nel giugno 2015, era stato ospitato nell'abitazione di Yaakoubi Montasser e della sua compagna, ad Aprilia (Roma). L'utenza intestata al tunisino espulso è risultata, inoltre, associata ad un profilo Facebook sul quale sono stati riscontrati elementi che denotano la sua adesione all'ideologia jhadista, nonché la sua appartenenza ad un circuito relazionale virtuale composto da soggetti riconducibili all'autoproclamato Stato Islamico.

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Il Gazzettino