Rapita e stuprata per 24 ore: ai suoi aguzzini 20 anni di carcere

Rapita e stuprata per 24 ore: ai suoi aguzzini 20 anni di carcere
ROMA - Ieri il tribunale di Roma ha emanato una sentenza esemplare e da record per uno stupro. Due rumeni di 25 anni sono stati condannati a vent'annni di carcere e...

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ROMA - Ieri il tribunale di Roma ha emanato una sentenza esemplare e da record per uno stupro. Due rumeni di 25 anni sono stati condannati a vent'annni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per aver sequestrato e violentato ripetutamente per 24 ore una donna coetanea polacca a cui avevano offerto un drink e un passaggio sul lungomare di Ostia nell'estate del 2015.


I rumeni, Nicolae Docheru e Marian Tanasie, hanno avuto cinque anni di reclusione in più rispetto alle richieste del pm Cristiana Macchiusi. Alla lettura della sentenza Tanasie ha smesso di piangere, ha chiamato l'avvocato e ha mimato l'impiccagione facendo sospettare che al rientro in carcere si sarebbe suicidato. Il giudice quindi ha riaperto l'udienza e fatto annotare le intenzioni dell'imputato, mettendo in allerta la polizia penitenziaria. Tanasie, a differenza del coimputato, si è sempre professato innocente: "Eravamo ubriachi, ma lei era consenziente".

La ricostruzione di Tanasie non è mai stata considerata attendibile anche in base alla denuncia della vittima, morta poi qualche settimana dopo in circostanze misteriose a Varsavia. "Hanno abusato di me sedici diciassette volte", ha detto il giorno dopo presentandosi in slip e piena di lividi al ristorante "Romolo e Luigi" in viale dei Promontori ad Ostia. Due camerieri l'avevano soccorsa e rincuorata. "La giovane piangeva. -  hanno poi raccontato alla polizia giudiziaria - Diceva che era stata stuprata da più uomini, mentre altri attorno ridevano". Circostanza avvalorata anche dalla testomianza di un romeno che aveva riferito di aver visto la giovane "riversa su un materasso all'esterno della baracca, piegata su un fianco, piena di lividi e sanguinante". Uno stupro finito in rissa e a coltellate tra chi abusava e chi guardava. Qualcuno infatti era intervenuto per mettere freno alle torture: "Ora basta, però". Nel caos generale era riuscita a scappare.


"Mi violentavano in due contemporaneamente, in ogni modo. Sottolineo che per circa un giorno hanno abusato di me almeno sedici diciassette volte e che io non riuscivo a scappare perché continuavano a picchiarmi e a strapparmi i capelli. Quando si stancavano dormivano a turno, per non farmi scappare". La ragazza ha portato poi gli investigatori alla baracca. Sul materasso dello stupro era sdraiato Docheru, mentre Tanasie è stato fermato poco dopo su un bus.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino