Raggi nel bunker: «Se mi chiamano pronta ad andare in procura»

Con la spada di Damocle di un possibile avviso di garanzia sulla testa Virginia Raggi si avvicina al suo primo Natale da sindaca di Roma nel fortino del Campidoglio. «Se mi...

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Con la spada di Damocle di un possibile avviso di garanzia sulla testa Virginia Raggi si avvicina al suo primo Natale da sindaca di Roma nel fortino del Campidoglio. «Se mi chiamano sono pronta ad andare in Procura», dice uscendo dalla messa al Ceis di Don Picchi sottolineando la disponibilità a chiarire una vicenda che potrebbe danneggiarla. «Stiamo lavorando affinchè il 2017 sia un anno pieno di energie e novità», aggiunge la sindaca che non molla, guarda avanti e spera di archiviare subito questa fine 2016. Tra indiscrezioni sull'inchiesta sul decaduto braccio destro Raffaele Marra - arrestato con l'accusa di corruzione - e rischi di indagine sulla nomina del fratello Renato o su quella dell'ormai ex capo della segreteria Salvatore Romeo. L'amministrazione M5S tenta di andare avanti nella tormenta mediatico-giudiziaria, prima di tutto con una verifica sugli atti firmati da Raffaele Marra, prima vice capo di gabinetto e poi alla guida del Dipartimento Risorse Umane.


C'è poi il bilancio da approvare dopo la bocciatura dei revisori dei conti del Comune. Ma intanto salta il Concertone di Capodanno al Circo Massimo, perchè l'unica offerta è stata ritirata e il Campidoglio non ha voluto dare l'appalto in affidamento diretto, «in segno di discontinuità». Con conseguente coda polemica e le opposizioni all'attacco, anche sul divieto dei botti di fine anno da parte della sindaca per motivi di sicurezza, non certo una prerogativa solo della capitale. «Il Movimento è unito, dall'alto al basso - dice il capogruppo M5S in Assemblea capitolina Paolo Ferrara, un 'ortodossò, avversario del cosiddetto 'raggio magicò -. E continuiamo ad andare avanti». In realtà si intravedono crepe nel M5S romano che nuove rivelazioni sulle inchieste potrebbero allargare. In un'intervista al Fatto Quotidiano, a una domanda sugli omissis delle carte dell'inchiesta su Marra, l'ex vicesindaco Daniele Frongia risponde: «So che raccontano di una relazione tra lui e la sindaca, ma è solo fango». Altre voci parlano di dossier nel computer di Marra su Marcello De Vito, presidente M5S dell'Assemblea capitolina, già rivale di Raggi alle 'Comunariè. Sospetti già emersi e tacitati dopo la scelta dell'avvocatessa come candidato a sindaco del Movimento. Di certo ci sono i rilievi dell'Autorità nazionale Anticorruzione (Anac), trasmessi alla procura di Roma, sul conflitto di interessi insito nella promozione del fratello di Marra, Renato.


Resta poi la partita del bilancio del Campidoglio bocciato dall'Organo di revisione economico-finanziaria (Oref) del Comune. «Lo approveremo molto prima della scadenza del 28 febbraio», promette il capogruppo M5S Ferrara. In un'intervista al Corriere della Sera l'assessore al Bilancio Andrea Mazzillo attacca l'Oref, che a suo giudizio ha pronunciato un giudizio «politico», con una «procedura insolita», e si dice offeso per l'accusa di «scarsa esperienza». Ma anche l'assessore all'urbanistica, Paolo Berdini, ospite a Otto e Mezzo, lancia un grido d'allarme: «Se non facciamo urgentemente la manutenzione straordinaria, entro primavera le metro A e B rischiano la chiusura. È lo Stato che deve darci i soldi. Non si capisce perché a Milano dopo Expo gli dobbiamo dare 1 miliardo e mezzo e Roma invece deve dare 500 milioni all'anno allo Stato - ha aggiunto - Roma è una città sull'orlo del fallimento, per questo gli sponsor fuggono via».
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Il Gazzettino